Di Maio sfida Renzi: confronto tv dopo il 5 novembre. Un iscritto fa ricorso contro le primarie online

Giovedì 2 Novembre 2017
Di Maio sfida Renzi: confronto tv dopo il 5 novembre. Un iscritto fa ricorso contro le primarie online

Di Maio sfoda l'ex premier Renzi e lui accetta.

Solo due giorni fa Luigi Di Maio elogiava le competenze del legale Lorenzo Borré. Competenze che gli hanno fruttato un nuovo, ennesimo mandato. Quello di fare ricorso contro le primarie online che hanno incoronato Di Maio candidato premier ufficiale del M5S. Si tratta di un'altra bega giudiziaria per il Movimento 5 stelle che sta incominciando a collezionare diversi ricorsi, dalle Regionarie siciliane fino appunto a questa ultima impugnazione che mina il tradizionale metodo di selezione pentastellato. La notizia piomba in piena campagna elettorale siciliana. E c'è da scommettere che provocherà nuovi scontri. Ed è proprio Di Maio ad alzare il tiro chiedendo un confronto pubblico a Matteo Renzi. Su twitter il vicepresidente della Camera scrive: «Non è una fake news: Matteo Renzi ha un accordo per spartirsi la Sicilia e l'Italia con Berlusconi. Voglio un confronto tv dopo il 5 (5 novembre, data delle elezioni in Sicilia, ndr) Ci stai?».

«Ok, Di Maio, accolgo la tua sfida. Mi va bene martedì 7 novembre. Decidiamo se farlo in Rai o su altra rete televisiva. Io ci sono. #Avanti». Lo scrive Matteo Renzi su twitter replicando a Luigi Di Maio che aveva chiesto un confronto tv con il segretario del Pd. «Il candidato premier del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, mi ha sfidato con un tweet a un confronto pubblico televisivo dopo il 5 novembre. Gli ho risposto di sì, subito. Mi va bene martedì sera, il 7, la prima data utile», aggiunge Renzi su Facebook. «Ci sono trasmissioni di approfondimento politico su Rai1, Rai3, La7: penso che sia giusto non sottrarsi e accettare la sfida. Del resto gli italiani dovranno scegliere a chi consegnare i prossimi cinque anni: dunque è giusto metterci la faccia e confrontarsi in modo civile. A martedì sera, amici. Avanti», conclude.

«Va bene martedì 7 novembre da diMartedi con Giovanni Floris. È la più vista in prima serata. Saluti dalla Sicilia: qui il 5 novembre si vota». Risponde su Twitter Luigi Di Maio al segretario del Pd Matteo Renzi, che pochi minuti prima via social aveva accettato il confronto televisivo proposto dal candidato premier M5S.

«Per il confronto tv Renzi- Di Maio proponiamo la Rai perchè è dei cittadini, non di un privato. Ma pronti a valutare tutte le proposte #7novembre». Così il portavoce di Renzi, Marco Agnoletti, dopo la proposta M5S di svolgere il faccia a faccia tv a 'Di Martedì' su La7.

La nota della Rai non si fa attendere: «Rai3 è pronta a ospitare a #Cartabianca martedi 7 novembre il confronto tra Renzi e Di Maio, nato da uno scambio di tweet tra i due leader politici. Non è una questione di concorrenza tra programmi d'informazione (i cui ascolti sono peraltro sostanzialmente in equilibrio) ma si tratta di scegliere una sede che rappresenti al meglio la storica vocazione informativa del servizio pubblico radiotelevisivo». 



Nel frattempo stamattina è stato depositato il ricorso contro le primarie vinte da Di Maio, quelle che lo hanno incoronato sul palco di Rimini contro sette sconosciuti, eccetto la collega senatrice Elena Fattori. L'avvocato Lorenzo Borrè ha individuato infatti diversi punti deboli nella procedura di selezione andata in scena su Rousseau.

Il ricorso è stato presentato al Tribunale di Roma su mandato dell'iscritto Riccardo Di Martiis. Oggetto dell'impugnazione, spiega Borrè, la presunta «violazione dell'articolo 7 del Non Statuto che attualmente dispone l'incandidabilita di quanti siano sottoposti a procedimento penale 'qualunque sia la natura del reato ad essi contestatò». «Altri motivi - prosegue l'avvocato - riguardano l'illegittimità delle regole che hanno limitato la candidabilita ai soli portavoce, in violazione del principio di uguaglianza degli associati; l'esclusione della candidabilita degli espulsi reintegrati dal Tribunale per i quali pende attualmente il giudizio di merito; vizi di omessa comunicazione a diversi associati dell'indizione delle votazioni; conseguente impossibilità di esercizio del voto per mancanza di informazione; disfunzioni del sistema operativo che non hanno consentito il voto ad altri iscritti».


 

Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA