Vitalizi, il questore 5 stelle Fraccaro: li aboliremo entro due settimane

Giovedì 12 Aprile 2018
Vitalizi, il questore 5 stelle Fraccaro: li aboliremo entro due settimane
«Il M5S abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera. Sono un istituto anacronistico e inaccettabile, la Terza Repubblica nasce per restituire centralità ai cittadini. Non possono più esserci privilegi per la politica, dobbiamo riaffermare l'equità sociale per ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e società». Lo afferma Roberto Fraccaro (M5S) dopo la riunione di oggi dei Questori di Camera e Senato sui vitalizi.

«In pochi - aggiunge  Fraccaro in un post sul blog del M5S - sanno che i vitalizi sono stati introdotti in gran segreto, con una riunione riservata tra i deputati dei vari schieramenti. Era il 21 dicembre 1954 quando i politici decisero di farsi un regalo natalizio a spese dei cittadini: con un blitz in Ufficio di Presidenza approvarono una delibera che stanziava 452 milioni di lire a favore delle pensioni privilegiate dei deputati. Alle spalle dei contribuenti. Un atto accolto con profondo sdegno da un deputato trentino, Giuseppe Veronesi, che inviò una lettera al Presidente della Camera Gronchi per annunciare le proprie dimissioni». «Veronesi, originario di Rovereto, era un ingegnere aeronautico che si impegnò soprattutto per l'opera di moralizzazione del Paese: fu infatti membro della Commissione Antimafia. Era molto legato al Trentino-Alto Adige e si adoperò per lo sviluppo del territorio sul piano industriale ma anche artigianale. Un politico nel senso più nobile del termine. Nella lettera protestava per la scelta di tenere nascosta ai cittadini la delibera sui vitalizi e invocava la necessità, per i parlamentari, di dare il buon esempio. Nonostante siano passati 64 anni il messaggio di Veronesi è ancora attuale: ora più che mai è necessario recuperare la dimensione etica della politica», spiega Fraccaro. «I vitalizi, come ci dimostra questa lettera, scatenano indignazione sin dal giorno della loro istituzione», conclude. 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA