Il programma: scuola, concorsi, Ilva. Case occupate, c’è la stretta

Lunedì 14 Maggio 2018 di Andrea Bassi, Sara Menafra e Stefania Piras
Il programma: scuola, concorsi, Ilva. Case occupate, c’è la stretta

Concorsi per la scuola su base regionale per fermare le migrazioni degli insegnanti, maestro unico, bonifica e riconversione dell’Ilva, superamento della legge Fornero con quota 100 (64 anni di età e 36 di contributi). Nel secondo giorno di trattative molti dei nodi sul tavolo dell’accordo di programma tra il Movimento Cinque Stelle e la Lega sono stati sciolti. Altri restano, e saranno affrontati in un nuovo summit che ci sarà oggi a Roma.

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Si parlerà di deficit e di banche. In vista del Def, grillini e Carroccio devono decidere dove fissare l’asticella del disavanzo, un numero che sarà inserito nelle risoluzioni da approvare in Parlamento e che potrebbe costituire, se si spingesse troppo evrso l’alto, il primo elemento di frizione con Bruxelles. La Lega si è sempre detta pronta a spingere il dfeficit fin oltre il 3%, mentre il Movimento è più prudente. Se, invece, c’è un punto su cui i programmi di Cinque Stelle e Lega convergono senza grandi difficoltà, perché per entrambi è stato argomento di battaglia politica e crescita elettorale, si chiama “sicurezza”.

Le delegazioni con e senza leader (sia Salvini sia Di Maio si sono assentati a lungo) hanno convenuto che nel programma non potrà mancare una «stretta securitaria» a proposito di campi rom, occupazioni abitative, legittima difesa, oltre all’annunciata guerra agli sbarchi di cui si è già parlato sabato nel corso del primo summit al Pirellone. 

Sulle occupazioni abitative è soprattutto la Lega a spingere: oltre a contrastare quelle di spazi disabitati, il partito di Salvini vuole puntare sullo sfratto alle famiglie ex assegnatarie di case popolari che non hanno più i requisiti per ricevere l’assistenza. Gli indigenti saranno presi in carico dai servizi sociali, ma l’idea è di cambiare leggi e regolamenti in modo da rendere la revoca dell’assegnazione esecutiva praticamente in ogni circostanza, disabili compresi. 

Nomadi Via gli abusivi e più sicurezza
L’obiettivo, scritto nero su bianco, è quello di chiudere i campi rom irregolari. I minorenni, anche quelli parte di un nucleo familiare, sarebbero affidati ai servizi sociali per il completamento delle scuole. Del totale di 180 mila persone rom, sinti o caminanti presenti in Italia, ventiseimila vivono in emergenza abitativa e di questi, 9.600 in accampamenti di fortuna, illegali o «tollerati», ha conteggiato l’associazione 21 luglio in un recente rapporto presentato a inizio aprile in Senato. Di questi 9.600, però, un quarto vive proprio a Roma, in circa 300 campi abusivi. Stanziare un finanziamento per abbatterli, come si legge nella bozza di programma di ieri al Pirellone, potrebbe frenare l’emorragia di consensi di Virginia Raggi. 

Istruzione, no migrazioni di insegnanti
I concorsi per l’insegnamento della scuola verranno fatti su base regionale e non più su base nazionale. E verranno stabilite delle regole per evitare il “pendolarismo” dei professori dal sud verso il Nord. È uno dei punti, caro alla Lega, che verrà molto probabilmente inserito nel programma di governo. Secondo un recente studio del Cnel sono circa 20 mila i professori non di ruolo “emigrati” verso Settentrione. Le zone di maggiore emigrazione sono Basilicata, Sicilia e Campania, mentre le regioni più attrattive sono Toscana, Piemonte e Lazio: il flusso più consistente va dalla provincia di Napoli a quella di Roma, e dalla Sicilia verso le zone di Milano e Torino. Nel programma per ora non è affrontata la questione della sanatoria dei docenti senza laurea.

Flat tax, Irpef a 2 aliquote il 15% e il 20%
Nel testo definitivo del contratto di programma, sulla flat tax non verranno indicate le aliquote. Ma l’ipotesi che si è discussa al tavolo tecnico è quella di due scaglioni (per cui tecnicamente non è possibile parlare di flat tax): il 15% per i redditi fino a 80 mila euro, e il 20% per quelli oltre questa soglia. Ci sarà una no tax area per chi guadagna meno di 8 mila euro, e una detrazione fissa di 3 mila euro per ogni componente dela famiglia fino a 35 mila euro; per i soli familiari a carico fino a 50 mila euro; e nessuna detrazione oltre questa soglia. Il progetto, dal costo di circa 50 miliardi di euro, prevede la cancellazione di tutte le detrazioni e le deduzioni fiscali che oggi abbattono il peso del prelievo sui redditi: dalle spese sanitarie a quelle previdenziali. 

Pace fiscale, rottamazione da 35 miliardi
La parola “condono” è bandita. Ma per finanziare l’abbassamento delle tasse contenuto nel programma di governo, sarà prevista una maxi-rottamazione delle cartelle esattoriali di Equitalia. Un’operazione definita “saldo e stralcio”, che permetterà di chiudere le pendenze con il fisco versando una percentuale delle somme dovute. Percentuale che sarà variabile a seconda dello stato di bisogno del contribuente: si andrà dal 25% dell’importo della cartella fino al 6%. Questa operazione coprirà tutti i ruoli passati all’Agenzia della riscossione fino al 2015. Secondo le stime grazie a questa super rottamazione si dovrebbero incassare 35 miliardi di euro. Anche se va considerato che già ci sono state due operazioni di sanatoria negli ultimi anni.

Povertà, assegno di 780 euro senza scadenze
Il reddito di cittadinanza, l’assegno di 780 euro per tutte le persone in situazione di povertà, entra nel programma. Novità dell’ultima ora, non avrà più un limite di due anni come aveva chiesto la Lega. La misura, che potrebbe riguardare circa 7 milioni di persone, ha un costo stimato dagli stessi estensori della proposta, in 15-16 miliardi di euro. Chi ottiene il reddito di cittadinanza dovrà attivarsi per trovare un impiego. Dovrà effettuare i colloqui ai quali sarà chiamato dagli uffici di collocamento, potendo rifiutare al massimo tre proposte di lavoro “congrue”. Il primo step del reddito di cittadinanza sarà la riforma dei Centri per l’impiego, per la modernizzazione dei quali saranno impiegati due miliardi di euro.

Alloggi, più sgomberi e riassegnazioni
E’ soprattutto Milano a vivere con ansia il fenomeno dell’occupazione delle case popolari. Quelle non assegnate e vuote, dicono le inchieste della procura, vengono immediatamente prese di mira da associazioni a delinquere che le occupano mandando avanti donne e bambini, per poi «rivenderle» al miglior offerente. Proprio per questo la Lega, che dalla Regione Lombardia ha già lanciato un piano investimenti per la ristrutturazione degli alloggi sfitti, vuole che nel contratto con i Cinque stelle ci sia un punto dedicato specificamente a facilitare gli sgomberi e le riassegnazioni rapide degli alloggi popolari. Anche qui, l’obiettivo è duplice: un’azione simbolica per l’elettorato in tutto lo Stivale, ma anche un bell’aiuto per riconquistare la capitale del Nord. 

Pensioni, sì a quota 100 e adeguamento
Il piano per il superamento della legge Fornero si baserà su due principi: si potrà lasciare il lavoro una volta raggiunta “quota 100” come somma di età e anni di contribuzione, ma con un’età anagrafica minima di 64 anni e un minimo contributivo di 36 anni. Chi ha lavorato per almeno 41 anni, coprendo al massimo due anni con contributi figurativi, potrà lasciare il lavoro a prescindere dall’età anagrafica. Rimarrà in vigore l’adeguamento automatico dei requisiti per lasciare il lavoro alle aspettative di vita. Sarà prevista anche una sorta di “clausola di salvaguardia”. La spesa per il superamento della Fornero non potrà superare i 5 miliardi di euro annui. Nel caso in cui il tetto fosse sforato gli anni di contributi necessari a lasciare il lavoro aumenterebbero. 

Ilva, bonifica del sito e acciaio “verde”
È stato uno dei punti più complessi della trattativa tra Movimento Cinque Stelle e Lega: il destino dell’Ilva. Da una parte i grillini determinati alla chiusura dello stabilimento, dall’altra il Carroccio schierato per la produzione dell’acciaio e la difesa dei lavoratori. Il compromesso raggiunto consisterebbe nella decisione di stanziare una rilevante somma di denaro (la quantificazione non ci sarà nel documento) per effettuare la bonifica del sito. E poi rinconvertire la parte di produzione inquinante. Cosa questo voglia dire non è ancora chiaro, potrebbe essere un ritorno al progetto, già circolato in passato e sposato per esempio da Michele Emiliano, di produrre acciaio usando il gas. Soluzione scartata dagli imprenditori del settore interessati a Taranto.
 

Ultimo aggiornamento: 14:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA