Gentiloni a Berlino, ma con la Germania il livello dei rapporti è sempre più basso

Mercoledì 18 Gennaio 2017
Gentiloni a Berlino, ma con la Germania il livello dei rapporti è sempre più basso
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dal nostro inviato Alberto Gentili
«Italia e Germania devono avere, possono avere... Ehm, hanno... relazioni di particolare vicinanza». Paolo Gentiloni, al termine del bilaterale con Angela Merkel, ha faticato non poco a imboccare i binari della diplomazia. La prova provata di quanto sia basso il livello dei rapporti tra Roma e Berlino. Certo, la Cancelliera e il premier italiano sono pronti (per necessità) a lavorare insieme per frenare i flussi migratori, ma si dividono sull'obbligatorietà delle quote di ricollocamento degli esuli nei singoli Stati. E insieme provano a rispondere alla minaccia costituita da Donald Trump e dalla Brexit: numerosi i riferimenti alla tutela del libero scambio e al rilancio del progetto di difesa e sicurezza comuni. Ma, a causa l'avvicinarsi delle elezioni e per la necessità di rastrellare consensi tra i propri elettori, inevitabilmente gli interessi tedeschi si divaricano da quelli italiani.

Non a caso è solo Gentiloni a parlare di crescita, lavoro e investimenti. Ed è sempre solo Gentiloni a criticare un'Europa che «è molto rigida sui decimali» dei conti pubblici italiani ed è «estremamente flessibile sui migranti». Altro punto di frizione è il dieselgate. Il premier italiano, nel bilaterale, ha chiesto alla Cancelliera di frenare la furia elettoralistica del suo ministro dei Trasporti, Dobrint, che nei giorni scorsi si è spinto fino ad attaccare il governo italiano e ad accusarlo di aver falsato i test di emissione delle auto Fiat-Chrysler: «Accuse inaccettabili e irricevibili». 

Per forza di cose, perché non si può far saltare in aria la costruzione dell'Unione europea,  Roma e Berlino però continueranno a collaborare. Lo fanno già sui migranti: l'impegno è quello di frenare in Africa (Niger e Libia) i flussi. E lo faranno per provare ad arginare la minaccia costituita dal nuovo presidente americano Donald Trump, che sembra intenzionato a demolire (o quasi) la Nato  e ad indebolire l'Unione europea, a tutto vantaggio di Vladimir Putin e della Gran Bretagna. Per questa ragione Gentiloni e Merkel si sono impegnati a «scrivere insieme e a coordinare l'agenda» del G7 (quest'anno a presidenza italiana) e del G20 (a guida teutonica).

Basterà? Barack Obama era (e resta) convinto che per combattere l'avanzata dei populismi ed evitare lo sgretolamento dell'Unione europea, bisogna spingere sulla crescita e regolamentare i flussi dei migranti. Solo così, a suo giudizio, sarà possibile disinnescare «la paura, il senso di insicurezza e il disagio sociale» che alimenta l'avanzata dei partiti populisti e xenofobi. La Merkel, alle prese con le elezioni federali in programma in settembre, è attenta sul nodo dei migranti, ma non su quello della crescita. E i guai negli altri Paesi, come Francia e Italia, sono sotto gli occhi di tutti.


 
Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA