Fincantieri, la cautela di Gentiloni: «Dalla Francia solo melina»

Mercoledì 2 Agosto 2017 di Marco Conti
Gentiloni e Macron (Ansa)

Molte parole di circostanza. Qua e là anche qualche presa di distanza da un atto, la «prelazione (nazionalizzazione ndr)», che ha riconosciuto essere stato «troppo radicale». Infine la ribadita intenzione di voler costruire «insieme all'Italia» un polo importante della cantieristica civile e militare. Oltre il ministro dell'Economia Bruno Le Maire non è andato e forse non poteva andare.

L'incontro a tre di ieri pomeriggio tra il ministro francese e i colleghi italiani Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, è iniziato con qualche freddo nei confronti dell'ospite francese, e si è concluso dopo nemmeno mezz'ora con un prevedibile e previsto nulla di fatto. «Non mi attendevo nulla di più», ha infatti sostenuto al termine della riunione il ministro dello Sviluppo Economico Calenda.

LE PUNTATE
Durante l'incontro - alla quasi contrita spiegazione di Le Maire, ministro francese non entusiasta della nazionalizzazione - è toccato a Padoan replicare ribadendo la posizione dell'Italia. Una sorta di riassunto delle puntate precedenti che Padoan ha fatto per far meglio comprendere al francese perché l'Italia non intende muoversi di un centimetro dall'intesa raggiunta e condivisa anche dal precedente governo di Parigi: «Avete impedito a Fincantieri l'acquisto, da una società coreana, del 66% di Stx con un provvedimento di «nazionalizzazione che ha lasciato tutti di stucco» e che «ha offeso «il sentimento di dignità nazionale». «Prima di parlare di altri progetti - ha insistito Padoan - occorre risolvere questo aspetto e lo si risolve solo se Fincantieri ha il 51% di Stx come era previsto nell'accordo».

Le Maire ha preso atto del rammarico italiano per come è stata gestita la faccenda e l'unica promessa che ha fatto prima di salutare è che «sino al 27 settembre - giorno del vertice bilaterale Italia-Francia che si terrà a Lione - non verranno avviate trattative con altri potenziali partner di Stx». Due mesi ancora di dialogo, più diplomatico che di sostanza, per evitare una frattura che potrebbe produrre effetti anche in altri aspetti delle relazioni dell'Italia con i transalpini.

Formalmente il governo francese evita la parola nazionalizzazione e sostiene di aver messo in stand-by l'accordo nel timore dell'impatto sul piano occupazionale che potrebbe avere l'acquisizione da parte di Fincantieri. Nonché - sottolineano in maniera molto strumentale - fanno capire che sono preoccupati di un possibile trasferimento di tecnologie che potrebbero derivare dall'alleanza in Cina di Fincantieri con Carnival e con China State Shipbuilding.

Argomenti poco consistenti, sostengono a palazzo Chigi dove rimandano anche loro all'appuntamento di fine settembre, consapevoli di quanto sarà complicato far tornare l'Eliseo sui suoi passi. Soprattutto non sarà facile al governo italiano evitare che i francesi inseriscano la trattativa su Stx nel pacchetto della difesa europea con la creazione - grazie al progetto Magellano - di un polo cantieristico non solo civile ma anche militare mettendo in partnership Fincantieri, Stx e Naval Group.

ALLA LUNGA
«La costruzione delle basi per una Airbus navale tra Italia e Francia», evocata ieri da Le Maire, rimanda ad un capitolo di decennali e tormentati rapporti di un consorzio, con sede a Tolosa, nato per volontà di Parigi e di Berlino e che oggi conta 55 mila dipendenti. L'Italia - dopo anni di alti e bassi - ora ne è sostanzialmente fuori, ma restare fuori dalla costruzione di un polo cantieristico navale civile e militare, in attesa che venga sanato lo sgarbo, potrebbe alla lunga riservare delle sorprese. Ancora una volta il vuoto potrebbe essere colmato da altri. O forse anche dagli stessi tedeschi - che pochi anni fa hanno acquistato proprio dai coreani Stx-Finland - che alla difesa comune europea tengono molto.

D'altra parte nei cantieri navali commesse civili e militari si sono sempre intrecciate e qualora nei prossimi anni dovesse rallentare il mercato delle grandi navi da crociera, potrebbero essere le commesse militari a spingere in alto il fatturato.

Quel giorno per l'Italia sarà importante esserci nell'Airbus dei mari.

Ultimo aggiornamento: 3 Agosto, 07:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA