Decolla da Istanbul con una dichiarazione d'amicizia verso l'Italia e la promessa di trovare con il Papa una convergenza che darà «un'opportunità di pace» al Medio Oriente. Recep Tayyp Ergodan, il presidente e leader della Turchia, al potere dal 2003, è atterrato ieri sera a Fiumicino e oggi incontrerà in successione Papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a colazione il capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, poi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, infine la sera, prima di ripartire, una delegazione di responsabili delle principali aziende italiane (in 1.300 operano in Turchia). «Le nostre relazioni bilaterali con l'Italia sono eccellenti», dice Erdogan ai giornalisti partendo per Roma. «È un Paese amico, con cui abbiamo una visione comune rispetto ai problemi regionali. Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità nel Mediterraneo. Come alleati Nato, contribuiamo alla sicurezza reciproca. Nei colloqui di Roma discuteremo delle relazioni bilaterali. Lo scorso anno - aggiunge il Sultano - il volume dei nostri scambi è stato di quasi 20 miliardi di dollari, ma il potenziale è doppio. Nel 2020 puntiamo a 30 miliardi». Sollecitato dai cronisti, commenta pure la sparatoria di Macerata. Un attacco che ha preso di mira «degli stranieri, e mostra quanto grande sia diventata la minaccia della xenofobia. Non c'è differenza - aggiunge - tra gli attacchi di un'organizzazione terroristica e attacchi razzisti di questo genere».
È la lotta al terrorismo uno dei temi portanti del messaggio che Erdogan vuole lanciare in Italia, rivolto anche all'Europa. Precede la visita una telefonata con il presidente francese Macron, sulla situazione che si è venuta a creare nella fascia frontaliera di Afrin, Siria nord-occidentale, dove i curdi siriani sono sotto attacco delle forze turche. Erdogan vuole evitare che si crei tra Siria e Turchia un «corridoio del terrore» di curdi legati a una formazione considerata terroristica pure dall'Unione Europea, il Pkk di Ocalan. Il problema è che quei guerriglieri curdi, sostenuti dai militari americani, hanno combattuto l'Isis.
IL MESSAGGIO
Per Erdogan non si possono usare dei terroristi contro altri terroristi. Macron ha ricordato al presidente turco la delicatezza della situazione, e ottenuto la garanzia che non saranno modificati i confini della Siria. Che l'operazione ha soltanto lo scopo di contrastare le milizie curde. Erdogan conta «935 terroristi neutralizzati da quando è cominciata l'offensiva».
A Roma ne parlerà con Mattarella e Gentiloni, mentre il piatto forte del colloquio col Papa, 59 anni dopo l'ultima visita di un presidente turco in Vaticano, sarà lo status di Gerusalemme.