Stop a catasto e privatizzazioni». Il Pd frena Padoan

Mercoledì 5 Aprile 2017 di Alberto Gentili
Stop a catasto e privatizzazioni». Il Pd frena Padoan

ROMA La riforma del catasto è già morta in culla. E anche le privatizzazioni non godono di buona salute. Anzi. E' questo il bilancio di una giornata che ha visto l'incontro tra il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, con i deputati del Pd. E la visita al premier Paolo Gentiloni dei capigruppo centristi di Ap, Maurizio Lupi e Laura Bianconi che ha portato a un accordo sui voucher: «Abbiamo trovato la quadra», ha annunciato il capogruppo di Ap alla Camera, «entro il 15 maggio ci sarà un decreto con una nuova normativa per famiglie, volontariato, lavoro a intermittenza e mini-jobs. In cambio accettiamo la conversione, entro la prossima settimana, del provvedimento che abolisce i voucher. Il vuoto normativo è scongiurato».

LA CABINA DI REGIA
Ma torniamo al Pd. Il partito di Matteo Renzi a quanto si racconta nei corridoi di Montecitorio, non ha stoppato solo il nuovo catasto e le privatizzazioni di Poste e Ferrovie. Ha anche chiesto e ottenuto, con il capogruppo Ettore Rosato, che sul Documento di economia e finanza (Def) e sul Piano nazionale delle riforme (Pnr) ci fosse la regia di palazzo Chigi ad accompagnare il lavoro di Padoan. Tant'è, che alla riunione con il Pd ha partecipato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. «Il Def e il Pnr non sono competenza solo del ministero dell'Economia, ma dell'intero governo. Quindi abbiamo chiesto la regia di palazzo Chigi», spiega una fonte accreditata.

Non solo. Anche se l'incontro con Padoan è stato descritto da Rosato «buono e cordiale», un altro problema è sorto dopo che il ministro ha manifestato l'intenzione di inserire nella manovra correttiva una misura che avrebbe reso «più stringenti le norme sui pignoramenti, così da spingere un maggior numero di contribuenti ad aderire alla rottamazione» delle cartelle esattoriali.

L'ALTOLÀ
Per stoppare questa proposta sarebbe intervenuto Renzi in persona con una telefona a Gentiloni. Nel breve colloquio, l'ex premier e probabile nuovo segretario del Pd, ha rivendicato di aver «imposto un fisco dal volto umano» con l'archiviazione di Equitalia e dunque non avrebbe mai accettato «un inasprimento dei pignoramenti». «Che facciamo? Portiamo via a chi non paga il televisore e il frigorifero?».
Da qui, a stretto giro di posta, la frenata del Mef: «Non sono previste nuove disposizioni sulla rottamazione. Le attuali norme, comunque, avranno un impatto strutturale di maggiore efficienza sulla riscossione anche in futuro». «Il ministro Padoan», hanno spiegato fonti del Mef, «ha citato anche misure sulla rottamazione della cartelle. Questa affermazione deve essere intesa nel senso che la rottamazione in corso favorirà una migliore riscossione in futuro e in maniera permanente, in quanto consentirà di smaltire una parte significativa dello stock di cartelle esattoriali che rallenta il lavoro. Di conseguenza l'attività dell'agente della riscossione diventerà più efficiente». In merito al possibile intervento che renda più incisivi i pignoramenti, le stesse fonti hanno spiegato che «il ministro non ha dato specifiche al riguardo». E l'ipotesi, secondo quanto si è appreso, sarebbe stata sul tavolo nel passato ma non sarebbe più presente nel paniere della manovra.

Nel suo intervento davanti ai parlamentari dem, Padoan ha difeso le privatizzazioni: «Una moratoria sarebbe sbagliata, le privatizzazioni servono per abbattere il debito in modo da dare un segnale ai mercati e all'Europa e per rendere più efficienti le aziende. In ogni caso il controllo resterà pubblico».

Pronta la replica di Rosato che, comunque, ha manifestato «apprezzamento e condivisione del gruppo per il lavoro complessivo svolto dal ministro»: «Nella riunione sono state espresse preoccupazioni riguardo alle privatizzazioni di Poste e Ferrovie ed è meglio fermarsi. Abbiamo anche manifestato forti dubbi sulla riforma del catasto nel Pnr: rischia di tradursi in una stangata sui proprietari di casa». Rosato ha anche ribadito che il Pd «è contrario nella maniera più assoluta a qualsiasi aumento delle tasse, Iva e accise della benzina incluse». Via libera, come previsto, invece agli aumenti su tabacchi e giochi.

Da registrare, infine, che invece Ap è favorevole alle privatizzazioni. Da qui una sponda (molto apprezzata a palazzo Chigi) dei centristi a Padoan e a Gentiloni: «E' il premier di una coalizione, non di un monocolore Pd», ha detto Lupi, «siamo convinti che saprà trovare la sintesi che noi abbiamo proposto con forza».

Ultimo aggiornamento: 21:57