Nomine, vincitori all'attacco: «A noi Cdp e Sogei, stop a Gentiloni»

Giovedì 29 Marzo 2018 di Alberto Gentili
Salvini (lapresse)
La trattativa per il governo è impantanata, ancora non si sa chi farà il premier, eppure 5Stelle e Lega già si esercitano nell'assalto alle poltrone che contano. Avviano la guerra dei super manager. Andrea Roventini, ministro dell'Economia in pectore, in un lungo post pubblica il manifesto della filosofia grillina per le nomine nelle aziende a partecipazione pubblica. Matteo Salvini, invece, lancia un avvertimento a Paolo Gentiloni: «Mi dicono che continuano a fare infornate di nomine e di promozioni nei ministeri. Chiederò a Mattarella di bloccare queste iniziative».

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Nel suo intervento, Roventini parte da lontano. Dalla filosofia, appunto: «Una società sana premia il merito, rimuove le disuguaglianze, punisce i disonesti ed investe sui propri talenti, sull'istruzione e sull'innovazione. Nei prossimi mesi ci sarà da affrontare ed indirizzare il futuro di tante società partecipate pubbliche: competenza, trasparenza, ed onestà saranno le nostre stelle polari». Poi, entrando nel merito, annunciando uno spoil system dolce: «Si tratta di più di 60 aziende partecipate pubbliche, che complessivamente hanno un fatturato superiore a 120 miliardi di euro, e che impiegano 105 mila dipendenti. Le nomine non sono un'occasione per fare tabula rasa. Invece, bisognerà pragmaticamente verificare i risultati ottenuti dai vertici uscenti caso per caso, considerando gli obiettivi ed il contesto competitivo e normativo. Non si dovrà avere paura di riconfermare i manager che hanno ben operato e di congedare quelli che hanno deluso».

LA ROTTAMAZIONE
Dopo il beau geste, Roventini annuncia la rottamazione in sala grillina: «Tutto ciò dovrà avvenire nella massima trasparenza, evitando logiche politiche spartitorie che possano promuovere manager appartenenti a circoli di potere, che affondano le radici nella Prima e Seconda Repubblica, e cercano di riciclarsi anche oggi, o fornire una comoda poltrona agli amici degli amici, o un buen retiro per i soggetti (es. capi di gabinetto, consiglieri di stato, direttori generali, etc.) non più graditi e privi delle competenze necessarie». Segue altolà a Gentiloni: «Un governo dimissionario, la cui maggioranza politica è stata così pesantemente ridimensionata dagli elettori, non può decidere da solo. Nei casi in cui la nomina dei vertici di imprese di rilievo nazionale non possa attendere la nascita del nuovo esecutivo, come nel caso di Saipem, sarà necessario procedere con intese di carattere generale che coinvolgano il governo uscente e l'attuale Parlamento».

SAIPEM, CDP E SOGEI
Tra «le imprese strategiche» su cui hanno puntato gli occhi i 5Stelle, oltre a Saipem, c'è soprattutto la Cassa depositi e prestiti (Cdp). Qui Roventini accusa l'attuale gestione «di non aver contribuito come avrebbe potuto allo sviluppo industriale e tecnologico del Paese, per mancanza di un chiaro indirizzo da parte del potere esecutivo». Un chiaro avviso di licenziamento per il presidente Claudio Costamagna e per l'ad Fabio Gallia (nonostante il balzo dell'utile a 4,5 miliardi). In più, il suo compagno di partito, Stefano Buffagni, mostra un evidente appetito: «Il Movimento 5Stelle è la prima forza politica del Paese, nessuno sogni di non tenerne conto, a partire da Saipem e Cdp perché lo sviluppo del Paese passa da questi nodi fondamentali». Come dire: quei vertici devono essere scelti dai grillini.

PARTITE INTRECCIATE
Questo perché chi mette le mani su Cdp entra anche nelle partite per il rilancio di Ilva (acquisendone una quota), la cessione di Alitalia (Cdp potrebbe essere il partner finanziario dell'acquirente), il controllo di Fincantieri di cui Cdp è azionista di maggioranza con oltre il 70%. Cdp gioca anche un ruolo in Open Fiber (reti di comunicazione elettronica) ed è in contatto il fondo Elliot impegnato nella battaglia con Vivendi per il controllo di Tim. Ai 5Stelle sta a cuore infine pure la Sogei, società che presta servizi informatici per la pubblica amministrazione, in particolare per il ministero dell'Economia e finanze e per le Agenzie fiscali.
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