Grillo: «Guai a chiedere ai cittadini, poi succede una Brexit»

Venerdì 31 Marzo 2017 di Stefania Piras
Grillo e la Brexit
Beppe Grillo commenta ed esalta la Brexit. Lo fa sul suo blog con un post in italiano e in inglese. La versione anglofona era quella prevista e richiesta dal quotidiano britannico Guardian. La si legge sul blog perché «il Guardian  ha fatto sapere - si legge sul sito -  che avrebbe pubblicato una versione tagliata». E allora Grillo si è rifiutato e ha deciso di pubblicare il suo commento sul blog dove rilancia l'importanza dello strumento referendario, attacca l'Unione Europea, e la Germania, definendola un Titanic dove si usa il Marco travestito da Euro.

«A dare orecchio ai media chiedere il parere dei cittadini sarebbe tendenzioso - scrive - mentre lasciar fare a dei banchieri è democrazia. É come per i contratti in cui entri con qualche parola al telefono (spesso neppure quella) e per uscirne ci vuole l'avvocato. A Roma si percepiva solo il fantasma dei 500.000.000 di cittadini europei, fra le nebbie in cui naviga il Titanic: arroganza e sorrisi. Odio malcelato persino fra chi ci guadagna. Virginia Raggi ricorda nel suo discorso che l'Europa è dei popoli... e subisce la censura. Ma è lo strumento referendario quello davvero censurato! "Guai a chiedere ai cittadini... poi succede una Brexit"... forse, Brexit, è il sostituto di "48" per indicare il caos sullo Zanichelli dell'immaginario collettivo. Ma non possono essere i media a dare il senso alle cose, alle parole e agli strumenti della democrazia! C'è da chiedersi se "democrazia" e "referendum" ci siano ancora in quel l'immaginario collettivo che questi credono di avere ancora sotto ipnosi. Certo che c'è. L'Europa con il Marco travestito da Euro resta priva della legittimazione popolare sin dall'inizio: i cittadini devono vivere nell'austerità come Hansel e Gretel: pronti per le fauci bancarie... favole che, per chi è adulto, sono incubi».

Il testo continua citando il discorso della sindaca Raggi in riferimento al rinnovo del Trattato europeo andato in scena nella Capitale: «Si riuniscono a Roma fra mille allarmi di ogni genere: l'unica cosa che il nostro Paese può vantare è il numero di poliziotti schierati. La gente è stordita: come nella pubblicità della amplifon vive nella bolla; sopportando i servi di chi le bolle ha creato. Virginia Raggi parla, gli Inglesi hanno parlato ma... un po' di frettolose strette di mano fra croupier insiste nel colpevolizzarli. Non voglio paragonare il sindaco di Roma a tutti gli inglesi messi insieme: ma loro hanno la fortuna del voto, noi qui censuriamo persino un sindaco. Il TG1 l'ha miracolata, trasformandola in qualche spot intervallato da pubblicità. Questi sono governi che hanno paura del popolo, come monarchie strafatte, incomplete, con i musi piantati nei loro trogoli. Con i mille pretesti di una provvidenziale tensione sono stati sbrigativi e sintetici, come robot».

Infine Grillo rilancia l'idea di un referendum Italexit: «lo strumento referendario è ancora lì: possiamo ancora mettere mano a questo palcoscenico. Hanno preteso di recitare senza pubblico ancora una volta, neppure un poker ma un semplice solitario giocato in 27 avanzi di democrazia. Junker, con il suo libro bianco per uscire dalla crisi ha presentato un libro di pagine bianche oppure il manuale per la sopravvivenza delle giovani marmotte tedesche. Nel frattempo gli inglesi hanno ripreso a determinarsi liberamente»
Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 14:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA