La mossa del Cavaliere: «Avanti con l'alleanza, ma sarò la loro spina»

Giovedì 10 Maggio 2018
La mossa del Cavaliere: «Avanti con l'alleanza, ma sarò la loro spina»
LA STRATEGIA
ROMA «Atteggiamento benevolo? Non esiste». Berlusconi sceglie la linea dell'opposizione costruttiva ad un governo M5S-Lega. Forza Italia valuterà di volta in volta cosa fare. Non alzando pregiudizialmente le barricate ma allo stesso tempo non lasciando alcuna delega in bianco. «Lo facciamo partire ma diamo l'ok solo ai provvedimenti di centrodestra», l'asticella che piazzerà in Parlamento. Non è una minaccia di guerriglia parlamentare ma poco ci manca. La strategia è quella di tenersi le mani libere. Marcare chi ha ordito da tempo una manovra per tenerlo fuori dalla partita, puntare a condizionare o logorare l'esecutivo giallo-verde se dovesse realmente nascere. Berlusconi avrebbe preferito non aprire. «Per me è una violenza», ha allargato le braccia con i suoi. Essere estromesso in questo modo fa male. «Ma come posso dire di sì a M5s dopo tutto quello che mi hanno detto?», ha chiesto ai suoi interlocutori per tutta la giornata.
Non sbarrare la strada ai leghisti e ai pentastellati è considerato un sacrificio. Un atto di responsabilità anche per il pressing arrivato a livello internazionale per evitare che l'Italia precipiti verso il baratro delle elezioni anticipate e far sì che esca dallo stallo. Il Cavaliere lo spiegherà agli italiani, ripeterà di averlo fatto per il Paese. Fosse dipeso da lui, però, avrebbe tenuto sulle spine Salvini che ieri ha continuato a chiedere una risposta chiara. Avrebbe aspettato che si formasse il governo prima di pronunciarsi. Ma è tutto il mondo che si muove attorno al Cavaliere a volere il via libera ad un governo Lega-M5s.
IL MESSAGGIO
Hanno spinto la famiglia (ieri c'è stato un nuovo pranzo a villa San Martino alla presenza dei figli) e i big aziendali, c'è stato un pressing asfissiante dell'intero gruppo parlamentare. Due giorni fa Salvini e Giorgetti hanno incontrato emissari del leader azzurro: «Noi andiamo avanti con i 5Stelle, per Silvio ci sono garanzie ora, non ce ne saranno in futuro», il messaggio recapitato a villa San Martino. Minacce a cui l'ex presidente del Consiglio in un primo momento si è opposto. Scegliendo la linea della cautela, ripetendo nei suoi ragionamenti che l'esito della partita del governo non è scontato. L'ex presidente del Consiglio ha poi aperto anche in considerazione dello scenario in cui nascerà questo esecutivo. «Si schianteranno, sono dilettanti allo sbaraglio», il suo parere. Ritiene che un governo M5S-Lega abbia un limite temporale al massimo di sei mesi. Guarda alle elezioni nella primavera dell'anno prossimo, se non prima. «A quel punto il ragionamento potrei tornare candidabile».
RISCHIO URNE
Sarebbe stato troppo rischioso votare ora. Il gruppo parlamentare azzurro sarebbe stato dimezzato. Scommettendo su un fallimento di Matteo, invece, FI potrebbe riacquistare un'identità e presentarsi come forza responsabile agli elettori. Anzi, nel partito azzurro c'è già chi immagine un fronte europeista in Parlamento, un asse con il Pd renziano anche per la nascita di un'area moderata. Un orizzonte che esponenti di primo peso nel centrodestra come Maroni avevano previsto da tempo. Proprio l'ex governatore della Lombardia potrebbe tornare utile al progetto. Addirittura c'è chi nel partito prefigura che le europee possano già essere uno spartiacque tra i populisti da una parte e i gli anti-populisti dall'altra. Berlusconi ha messo nero su bianco che rispetterà l'alleanza di centrodestra. «Ma ha spiegato ai fedelissimi il solco con Matteo è sempre più ampio».
LA TRATTATIVA
L'intenzione del Cavaliere di essere la «spina nel fianco» dei vincitori del 4 marzo non è gradita da Salvini. Ma anche la Meloni è irritata con il segretario del Carroccio. Non l'ha coinvolta, al momento anche lei è restata fuori dai giochi di governo e minaccia fuoco e fiamme. L'operazione M5S-Lega comunque è destinata a partire. La trattativa tra il Carroccio e Forza Italia è in corso. Comprende la salvaguardia delle aziende del Cavaliere, la possibilità della presidenza della Commissione sulle riforme. Ma Berlusconi aspetta che siano Salvini e Di Maio a sbrogliare la matassa. Innanzitutto vuole sapere chi è il candidato premier. FI si sentirebbe garantita da un leghista, non da un esponente pentastellato. L'obiettivo è poi conoscere e condividere i nomi dei ministri. Alcune caselle, come quella del dicastero dell'Economia e dello Sviluppo, vengono considerate strategiche. Ma a monte la questione è politica. Il Cavaliere si sente tradito dal suo alleato, con i dirigenti azzurri si spinge a parlare di «finto accordo». Non certo di «opposizione benevola».
Emilio Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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