Putin avanza in Europa: da Le Pen a Salvini tutti gli amici dello zar

Sabato 31 Dicembre 2016 di Giuseppe D'Amato
Putin avanza in Europa: da Le Pen a Salvini tutti gli amici dello zar
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MOSCA La difesa dei valori tradizionali è solo una coperta ideologica, utile a radunare le compagini politiche più diverse ed i delusi del nuovo secolo. Il vero obiettivo è un altro: impedire il tramonto della potenza russa, provata dai colpi inferti dalla globalizzazione, e perdente di fronte al sogno europeo. Basta viaggiare nell'Europa centro-orientale ex satellite del Cremlino per rendersene conto. Persino nell'Ungheria di Orban al voto cruciale sulla modifica della Costituzione in novembre i deputati hanno preferito Bruxelles. La ragione? La scelta reale per loro è tra Europa e Russia; ma 40 anni di comunismo sotto Mosca bastano ed avanzano.

LE DUE FASI
Dall'inizio della crisi ucraina ad oggi il livello di interesse per le politiche interne altrui è decisamente aumentato in Russia e si sono osservate due fasi. Fino all'autunno 2013 venivano inviati all'estero rappresentanti di seconda schiera del partito del Cremlino Russia Unita. Su questa base sono state strette alleanze con chiunque fosse euroscettico. Populisti, xenofobi, stalinisti, fascisti dichiarati o meno, esponenti di minoranze locali andava bene tutto. Questa gente è poi apparsa in qualità di osservatori europei al referendum in Crimea ed alle consultazioni in Donbass e Lugansk. E si è avuta pure la faccia di radunarli a San Pietroburgo nella primavera 2015, pochi giorni prima del 70esimo anniversario della vittoria sul nazi-fascismo.

LE CONSULTAZIONI
La seconda fase è iniziata nel 2016, quando si è mirato ai bersagli grossi: dalla Brexit alle presidenziali Usa, passando per le consultazioni bulgare e moldave. Mosca ha sempre appoggiato qualcuno, sia palesemente che standosene dietro alle quinte. La terza fase è attesa con le presidenziali francesi e le elezioni tedesche. Si spera che la Le Pen, una volta all'Eliseo, faccia saltare l'unità europea. Tra l'altro la magistratura transalpina ha scoperto finanziamenti al Front National provenienti dalla Russia. L'inattesa candidatura vincente dell'amico Francois Fillon per il centro-destra potrebbe, però, cambiare i piani originari e se l'ex premier arrivasse all'Eliseo potrebbe rivelarsi utile per costruire ponti verso Bruxelles se l'opzione più radicale (ossia la Le Pen) non avesse successo.

IN GERMANIA
Tutti contro la Merkel è, invece, il piano in Germania, dove certe tempistiche sono alquanto sospette. Incredibile è la storia della ragazzina di origine russa Liza, che, stando a quanto inizialmente raccontarono i media, aveva subito a Berlino violenza da un migrante arabo nelle settimane successive all'apertura della cancelliera verso i richiedenti asilo. La vicenda, ingigantita dai media, è finita in tribunale, per poi scoprire che era stata completamente inventata.
Campagne mediatiche e relazioni politiche. Putin ha coltivato una fitta rete di amicizie nei paesi europei: come la userà non è ancora chiaro, così come non si sa quanti politici siano a libro paga dei russi. Di certo da anni l'ex cancelliere Schroeder lavora per una società russo-tedesca dell'energia. Qualche politico ha cercato a Mosca aiuti finanziari, ma ciò non è illegale se fatto alla luce del giorno.

LA LEGA NORD
Come da dichiarazioni alla stampa di Matteo Salvini, durante i suoi frequenti viaggi in Russia, la Lega ha vagliato canali privilegiati di dialogo. Quale sia stato il risultato di questi sforzi non è noto. La stampa britannica aveva inserito il partito di Salvini in una lista di partiti finanziati dal Cremlino, ma i leghisti hanno smentito nettamente. La vicinanza ideologica ha comunque portato a votazioni ai Consigli regionali del Veneto, della Liguria e della Lombardia contro le sanzioni alla Russia con tanto di pool giornalistici arrivati in massa dall'ex superpotenza. Conseguenza? Il russo medio crede oggi che il Veneto sia sull'orlo della secessione da Roma.

L'ARMA DEL WEB
Nella Patria della disinformatsija e dei Protocolli di Sion la tecnologia offre strumenti globalizzanti. Sono state persino create fabbriche di troll e di falsi account in più lingue. Uno dei proprietari di queste società, amico personale di Putin, è finito sulla lista americana. Questo è Internet, infestato come asseriscono gli Usa anche dagli hacker alla ricerca di file da usare contro i nemici. Per i media tradizionali RT ha aperto sedi in Scozia, Germania ed in giro per il mondo. Falsi reportage sono comparsi sulla Germania, sulla Francia, sulla Turchia. L'Europa è invasa dai migranti, il messaggio. La Merkel è intervenuta; lo stesso hanno fatto media indipendenti europei.
«Datemi i turchi», ha detto Putin, pretendendo una domanda alla conferenza di stampa di fine anno. Subito si alza un giornalista di Sputinik Turchia. Peccato che l'emittente sia finanziata dal governo russo
 
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