Usa, spari nella città della rivolta nera: tre poliziotti uccisi

Lunedì 18 Luglio 2016 di Anna Guaita
Usa, spari nella città della rivolta nera: tre poliziotti uccisi

CLEVELAND (Ohio) La gente di Baton Rouge era in chiesa. Mentre un ex marine afroamericano uccideva tre poliziotti e ne feriva altri tre, molti abitanti della città della Louisiana stavano pregando. La deputata di colore Denise Marcelle anzi era stata invitata dal suo sacerdote a dire alcune parole di pace e di unità per rincuorare un pubblico scosso dopo le violenze e le manifestazioni delle ultime due settimane: E' sconvolgente per me ha detto più tardi pensare che io invocavo la pace negli stessi momenti in cui qualcuno stava uccidendo i nostri poliziotti.
 

 


ALL'USCITA DALLA MESSA
Molti, usciti dalla Messa, sono corsi proprio davanti alla centrale di polizia, per dare una testimonianza di solidarietà. E se ancora dopo varie ore era poco chiaro come si erano svolti i fatti, una cosa rimaneva certa: la lista degli agenti caduti in servizio negli Stati Uniti quest'anno ha già raggiunto una cifra record. Trenta uccisi dall'inizio dell'anno, contro i 16 allo stesso momento nel 2015. Lo scontro a fuoco di ieri nella capitale della Louisiana è stato prima descritto come un regolamento di conti fra bande rivali, in cui la polizia era stata chiamata a intervenire, rimanendo a sua volta vittima.

Poi però altre testimonianze hanno offerto un diversa versione, e nel tardo pomeriggio è stato confermato che c'era stato un unico sparatore, l'ex marine afroamericano, Gavin Eugene Long, che ieri compiva 29 anni. Qualcuno aveva chiamato il numero delle emergenze, il 911, denunciando spari nella zona. All'arrivo della prima volante, una pioggia di pallottole ha accolto l'agente. Un agguato, dunque. Altri due poliziotti sono caduti, mortalmente feriti, e uno di questi era un agente di colore che era diventato padre da pochi giorni. Altri tre sono stati trasportati in ospedale in condizioni gravi. Lo sparatore è stato ucciso, ma sia a sua identità che la sua etnia sono state rese note solo dopo molte ore. Una testimone ha sostenuto di aver visto un uomo, armato con un fucile d'assalto, che camminava lungo la strada in una zona industriale fuori Baton Rouge.

L'ASSALTO IN MASCHERA
L'uomo indossava una maschera che gli copriva il volto. Anche un altro testimone, Brady Vancel, ha detto di aver visto un uomo vestito tutto di nero, il volto coperto da una maschera nera con in mano un fucile.Tutti i testimoni oculari dunque hanno parlato di una maschera nera che impediva di vedere il colore della pelle dello sparatore. Ovviamente però i primi sospetti sono stati contro qualche membro della comunità afroamericana, sia per il freschissimo ricordo del massacro di Dallas, dove un veterano di colore ha ucciso cinque poliziotti per vendetta, sia perché pochi giorni fa la polizia di Baton Rouge ha arrestato un giovane che stava derubando un negozio d'armi e questi ha confessato che cercava pallottole per organizzare un agguato contro la polizia.

Proprio l'arresto di questo giovane ha spinto la polizia di Baton Rouge a usare maniere forti contro la folla che nell'ultima settimana ha manifestato senza sosta per l'uccisione, lo scorso 5 luglio, di Alton Sterling, un 37enne di colore. Le manifestazioni di protesta sono state tutte pacifiche, e tuttavia la polizia ha usato forza eccessiva nell'eseguire gli arresti hanno denunciato le associazioni dei diritti civili. La rabbia della comunità di colore contro gli abusi delle forze dell'ordine ha portato alla rinascita, proprio a Baton Rouge, di una nuova versione delle Pantere Nere, il movimento afroamericano che non ha mai rinnegato la violenza come forma di lotta.

La morte di altri tre agenti ha causato una reazione immediata in tutto il Paese. Il presidente Barack Obama ha espresso il dolore suo e della nazione per l'uccisione di tre coraggiosi agenti», ma ha anche sollecitato vivamente il mondo politico a usare cautela nelle reazioni, a «temperare le parole». «Nulla - ha aggiunto - giustifica queste violenze contro la polizia. È un attacco contro tutti noi». Ma anche uno dei leader del movimento Black Lives Matter, il giovane DeRay McKesson ha ricordato il nostro movimento è nato per chiedere la fine delle violenze, e io rinnovo questo appello.

Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 09:00