Russiagate, il Grand Jury emette i primi mandati

Venerdì 4 Agosto 2017
Russiagate, il Grand Jury emette i primi mandati

Il procuratore speciale Robert Mueller che guida l'inchiesta sul cosiddetto 'Russigatè ha selezionato un grand jury convocandolo a Washington e questo ha già emesso i primi mandati, richiedendo documenti e testimonianze relativi all'incontro che il figlio del presidente Donald Trump, Donald Jr, tenne nel giugno 2016 con una avvocatessa russa.

È stato il Wall Street Journal a scrivere per primo della selezione e convocazione del grand jury nella capitale Usa, citando fonti informate e indicando che l'inchiesta sta crescendo in intensità e sta entrando in una nuova fase. Diversi osservatori sottolineano che di fatto si è trattato 'tecnicamentè di un cambiamento di sede, in quanto gli inquirenti federali avevano già fatto riferimento ad un grand jury ma che era di base in uno dei distretti giudiziari della Virginia. Che l'azione sia stata spostata a Washington secondo alcuni è un'indicazione che l'inchiesta si stia avvicinando all'entourage più prossimo del presidente Donald Trump.

La selezione e convocazione del grand jury non è indicazione sufficiente per stabilire con certezza che vi siano all'orizzonte messe in stato di accusa o rinvii a giudizio, senza un grand jury però non si può procedere in quella direzione. Si tratta poi di un importante strumento investigativo perché consente agli inquirenti di emettere mandati, richiedere testimonianze su giuramento e richiedere incriminazioni in caso di prove di un crimine. Una attività già evidentemente in corso, considerate le indiscrezioni sui primi mandati già emessi e la conferma il grand jury è al lavoro da settimane.

Nessun commento dall'ufficio del procuratore speciale Mueller.

Reagisce invece uno degli avvocati di punta di Trump, Ty Cobb, ingaggiato proprio per rispondere a domande e richieste di chiarimenti sugli sviluppi dell'inchiesta. Cobb ha così sottolineato che anche con la convocazione del grand jury non c'è motivo di credere che il presidente sia sotto inchiesta. »La Casa Bianca è a favore di qualsiasi cosa che acceleri la conclusione di questo lavoro in maniera giusta. La Casa Bianca è impegnata in una piena cooperazione con Mueller«, recita un comunicato di Cobb. Intanto in Senato nelle scorse ore sono stati presentati due disegni di legge, entrambi su iniziativa sia di repubblicani sia di democratici, pensati per limitare la capacità dell'amministrazione Trump di licenziare il procuratore speciale Mueller. Una preoccupazione che nasce dal 'precedente Comey, ovvero il licenziamento del capo dell'Fbi, James Comey.

Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA