Nato, Trump contro Merkel: «Gli alleati raddoppino le spese»

Giovedì 12 Luglio 2018 di Antonio Pollio Salimbeni
Nato, Trump contro Merkel: «Gli alleati raddoppino le spese»

Ufficialmente c'è accordo sulle spese per la Difesa; sul giudizio del ruolo di Putin, che «sta sfidando l'ordine internazionale» con l'annessione della Crimea e «tentando di minare le nostre istituzioni, seminare disunione»; sull'anti-terrorismo; sull'azione nell'area Nordafricana e mediorientale perché diventerà pienamente operativo il centro di coordinamento Sud a Napoli. Nei fatti le divisioni, la divergenza di approccio su azione multilaterale fondata su regole condivise, priorità rispetto ai rischi, ruolo della Turchia, persistono. Viene confermato l'impegno ad aumentare la spesa per la Difesa fino al 2% del pil nazionale, ma gli Usa chiedono il raddoppio subito dopo sancito l'accordo. C'è stato grande nervosismo al vertice dei leader degli Stati Nato, prima giornata nel nuovo quartier generale a pochi chilometri dall'aeroporto nazionale. Con Donald Trump a muso durissimo contro l'Europa. Contro la cancelliera tedesca Merkel e contro gli Stati in ritardo nell'aumentare gli investimenti militari perché il taxpayer americano non vuole più pagare per la sicurezza del Vecchio Continente. Nervo scoperto per l'Unione europea, in questa fase divisa al proprio interno quasi su tutto, non può più beneficiare dell'ombrello militare Usa alle condizioni dei passati decenni.

L'ATTACCO
È emerso chiaramente che le relazioni Usa-Ue restano ai minimi termini. Non bastasse l'escalation protezionista di Trump con la minaccia di nuovi dazi contro le auto europee (ma ieri il tycoon ha dovuto incassare un nuovo altolà dal Senato Usa), la giornata comincia non a caso con un micidiale attacco di Trump alla cancelliera Merkel. «La Germania è prigioniera della Russia», dice Trump dopo la colazione con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Motivo: «Acquista da Mosca il 60% dell'energia, paga miliardi di dollari alla Russia e noi dobbiamo difenderci contro la Russia, non è normale: la Germania è totalmente controllata dalla Russia». È il primo scossone al vertice. Merkel reagisce calmissima, ma freddissima: «Noi decidiamo in modo indipendente, ho vissuto in una parte della Germania occupata dall'Unione sovietica: sono molto contenta del fatto che oggi siamo uniti nella libertà come Repubblica Federale e per questa ragione conduciamo politiche sovrane e prendiamo decisioni sovrane».
Poi i due leader si incontro in bilaterale ed esce la versione edulcorata: Trump dice che le relazioni Usa-Germania sono «molto buone», Merkel dice che «dopotutto siamo buoni partner, in futuro vorrei continuare a cooperare, l'incontro è stato positivo, spero che questi scambi possano essere estesi». Insomma, strada in salita. L'attacco sull'energia centra un bersaglio importante: il gasdotto Nord Stream che porta direttamente il gas dalla Russia in Germania via mare, progetto contestato anche da diversi Stati Ue. Ragioni politiche? Pesano anche molto ragioni concorrenziali perché gli Usa sono diventati una potenza esportatrice di gas naturale. Il fatto è che Trump lunedì incontrerà Putin a Helsinki ed è arrivato in terra belga facendosi anticipare da questa battuta: «Sarà più semplice l'incontro con Putin che con gli europei».

IL COMUNICATO
Il tema Russia naturalmente resta quello politicamente più rilevante. Nel comunicato finale, i leader indicano: «Siamo alle prese con un periodo di instabilità prolungata: la Russia sta sfidando l'ordine internazionale fondato sulle regole destabilizzando l'Ucraina». Subito dopo gli alleati Nato indicano che «ci sono minacce che provengono dalla periferia Sud, il terrorismo continua a essere una di queste». La Nato ribadisce in ogni caso di essere pronta a «un dialogo effettivo» innanzitutto per ridurre i rischi di incidenti militari. Il documento è stato sostenuto anche dal premier italiano Conte.
La questione della spesa militare apparentemente è chiusa. Però Trump gioca subito al rialzo e chiede che gli Stati arrivino subito al 2% del pil puntando al 4% nel 2024. Raccoglie freddezza. Il segretario Nato Stoltenberg ribatte: «Mi concentrerei su quanto concordato». Solo 7 Stati (Regno Unito, Grecia, Lettonia, Estonia, Polonia, Lituania e Romania) oltre agli Usa spendono almeno il 2% del pil. La Germania (anche su questo il bersaglio principale di Trump) è all'1,24%. L'Italia rispetterà l'obiettivo al 2024, ma vuole che sia conteggiato lo sforzo per le missioni militari esterne.
 

Ultimo aggiornamento: 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA