Migranti, Gentiloni: «Gestione Ue drammaticamente lenta»

Mercoledì 21 Giugno 2017
Migranti, Gentiloni: «Gestione Ue drammaticamente lenta»
«Lunedì si sono aperti formalmente i negoziati per l'uscita del Regno Unito e sono iniziati in un clima in cui chi esce non si presenta al tavolo con una forza contrattuale particolare. L'Italia non è favorevole né a una hard Brexit né a una soft Brexit ma serve chiarezza nei rapporti tra un Paese così importante e l'Ue e in particolare chiarezza sui diritti e sul destino delle centinaia di migliaia di nostri concittadini che risiedono nel Regno Unito», ha detto il premier Paolo Gentiloni in Aula al Senato, nelle comunicazioni in vista del Consiglio Ue.

«Si potrebbe dire che Brexit più che una campana a morto per il progetto dell'Ue è stata una robustissima sveglia - ha continuato Gentiloni - Forse ricorderemo il voto inglese più che come inizio della fine, come un campanello di allarme che ha messo il progetto dell'Unione al centro della discussione pubblica del nostro Continente. Quel progetto ha confermato la propria vitalità e resta centrale per il nostro futuro».

Poi il premier ha parlato della questione climatica: «Abbiamo in parte sulle nostre spalle, non da soli, il compito di tenere aperta la strada che porta a contrastare il cambiamento climatico secondo una linea che abbiamo condiviso immediatamente con il presidente Macron e la Merkel poche ore dopo la decisione Usa di non riconoscersi più negli accordi di Parigi. La linea è della non negoziabilità: non si rimettono in discussione. L'intenzione degli Usa non è negare il tema, ma ridiscutere gli impegni economici che i grandi Paesi hanno messo sui fondi per il contenimento degli effetti del cambiamento climatico a favore dei Paesi più poveri».

Gentiloni ha quindi sottolineato che «La crescita non può essere soffocata da regole concepite in un periodo diverso, quando sarebbe stato difficile pensare a una crescita dell'Europa del 2%. Non bastano i numeri, non bastano i decimali». Servono «lavoro, inclusione, crescita: è questo che determina il successo dell'Unione europea a livello internazionale. Noi lo diciamo da tempo e ci auguriamo che non sia più solo una battaglia italiana: l'Europa deve cambiare, dobbiamo avere la forza di farla cambiare».

«Sull'immigrazione dobbiamo dirci onestamente che nonostante qualche passo in avanti la velocità con cui l'Ue si muove sul terreno delle politiche comuni resta drammaticamente al di sotto delle esigenze di governo e gestione di questo fenomeno. Lo diremo apertamente anche a Bruxelles - ha sottolineato il premier - Qualche risultato almeno simbolico è stato ottenuto: la Commissione ha annunciato una procedura d'infrazione per i tre Paesi che non accettano gli impegni. Ma non ci consola questa soddisfazione morale». «Quel che vogliamo sapere dall'Ue è se sulla strada» della gestione dei flussi migratori «c'è l'Ue o se noi dobbiamo continuare a cavarcela da soli.
L'Italia è in grado di gestire la questione, sia pure con difficoltà crescenti, ma l'Europa se vuole recuperare la sua vitalità e scommettere sul proprio futuro deve avere una politica migratoria comune: lo pretendiamo a Bruxelles».


A margine del Consiglio Ue, ha spiegato Gentiloni, si fisseranno «i criteri per il trasferimento da Londra dell'Agenzia sulle banche e dell'Agenzia europea del farmaco. Milano è competitiva e ha tutte le carte in regola» per ospitare l'Ema «e la spinta che cercheremo di dare è che la decisione avvenga sulla base della qualità tecnica e non di una logica di compensazione interna a qualche gruppo di Paesi Ue che non farebbe bene al settore di cui l'agenzia è responsabile».
Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 19:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA