Il presidente della Camera di commercio Usa: «L'industria americana si farà sentire, ma siamo fiduciosi nella Casa Bianca»

Sabato 1 Aprile 2017 di Luca Cifoni
ROMA Pur dovendo ancora scoprire le carte su molte delle sue scelte fondamentali, il presidente americano Trump non ha mai smesso di ripetere che intende favorire e rilanciare l'industria americana. Quell'industria che ieri era seduta al tavolo con gli altri rappresentanti del mondo del business a livello G7, preoccupati per i venti di guerra commerciale. Per gli Stati Uniti c'era John Hopkins, presidente della Chamber of Commerce oltre che amministratore delegato della Nuscale, un'azienda che si occupa di tecnologia nucleare. La cautela in questa fase è naturalmente più che comprensibile, ma Hopkins, dicendosi fiducioso sulle scelte della nuova amministrazione, ha comunque messo in chiaro che il mondo imprenditoriale americano non mancherà di «far sentire la propria voce» alla Casa Bianca.

Presidente Hopkins, Donald Trump ha messo al centro della sua campagna elettorale il rilancio dell'industria americana e per questa via la creazione di nuova occupazione. Come giudicate questi primi due mesi di lavoro? E cosa vi aspettate?
«Io credo che sia davvero ancora presto, in questa fase, per fare delle valutazioni e delle previsioni. Però posso dire che il mondo imprenditoriale statunitense è ottimista sul futuro perché questa amministrazione ha già eliminato delle normative che rappresentavano un impedimento per le imprese».

Ci sono altri elementi che vi lasciano ben sperare?
Sì. Se guardiamo alle nomine fatte nell'amministrazione, vediamo che si tratta in molti casi di persone che vengono dal mondo imprenditoriale, come Rex Tillerson, che fino a poco tempo fa faceva l'amministratore delegato di ExxonMobil. Tillerson ha vissuto in molti Paesi, ha una piena comprensione dei fenomeni geopolitici e tra l'altro sa bene quale sia - dal punto di vista delle imprese- l'importanza degli scambi commerciali».
Cosa pensa della possibilità, ventilata sulla stampa americana, che gli usa impongano dazi del 100 per cento su prodotti italiani come la Vespa o l'acqua minerale San Pellegrino?
«Negli ultimi due giorni sono stato impegnato quasi senza pausa nelle riunioni del B7 e devo confessare che non ho nemmeno visto bene le notizie di cui si parla. Quindi non so quali siano le intenzioni specifiche della Casa Bianca su questo aspetto e non sono in grado di dare una risposta. Devo capire meglio. Però in generale il commercio si basa sui negoziati e io sono fermamente convinto che questa amministrazione creda nel commercio, che sarà favorevole allo sviluppo degli scambi».

Direte queste cose direttamente al presidente?
«Certo. Il mio lavoro è assicurarmi che la voce delle imprese sia ascoltata. Rappresentiamo tre milioni di aziende, da quelle piccolissime a conduzione familiare fino alla grandi, e ci faremo sentire. Ma contatti ce ne sono già stati. Il direttore generale della Camera di commercio ha già parlato sia con il presidente Trump che con il vicepresidente Pence. C'è un filo diretto. L'amministrazione è pronta ad ascoltare le preoccupazioni del mondo delle imprese».