Migranti, l'Europa prepara un'altra stretta: sarà più difficile la redistribuzione

Lunedì 19 Settembre 2016 di Valentina Errante
Migranti, l'Europa prepara un'altra stretta: sarà più difficile la redistribuzione
ROMA Non soltanto l'assoluta assenza dall'agenda europea di un piano condiviso per arginare l'emergenza immigrazione, c'è anche di peggio: le auspicate, e promesse, modifiche al trattato di Dublino, in base al quale i richiedenti asilo rimangono a carico del paese di primo accesso, sarebbero addirittura peggiorative dell'accordo attualmente esistente tra i 28. Questione che potrebbe creare altre tensioni tra Italia e paesi Ue nei prossimi vertici previsti ad ottobre. E mentre gli sbarchi sulle nostre coste continuano, con un'impennata negli ultimi giorni che potrà essere arginata soltanto dal maltempo, a rendere la situazione più difficile è l'assenza di una merce di scambio. Lo scorso anno, la minaccia di non firmare l'accordo con la Turchia aveva garantito a Matteo Renzi alcuni margini per la trattativa, oggi sul tavolo non c'è nulla.

LA COMMISSIONE
Le modifiche a Dublino non sono state sollecitate soltanto dall'Italia, era stata la stessa Commissione in sede di audizione a Strasburgo a sottolineare la necessità di rivedere regole inefficaci e oramai inadeguate. Rimanevano due clausole, mai applicate in questi anni, sulle quali era possibile giocare per garantire una più equa distribuzione dei migranti sul territorio europeo, quelle che prevedevano la presa in carico dei migranti da altri paesi, rispetto a quelli di arrivo, se reso necessario da motivi umanitari o per favorire il ricongiungimento dei richiedenti con i membri della stessa famiglia. Adesso anche queste due possibilità sarebbero state soppresse. La bozza che sarà discussa escluderebbe ogni ipotesi di redistribuzione, eliminando la possibilità che i Paesi europei sanino i difetti del Regolamento con una semplice pratica di solidarietà dettata da ragioni umanitarie. Eppure, secondo l'ufficio statistico Ue, nel 2009 e nel 2010 appena il 25% circa delle richieste di trasferimento in un altro Stato è stato poi seguito da un trasferimento effettivo. Nel 2013, a fronte di 435mila domande, è stato chiesto il trasferimento soltanto 16.014 migranti. Numeri insignificanti, che rivelano come il regolamento di Dublino sia stato applicato solo al 3,7 per cento dei richiedenti. Probabilmente la questione non sarà affrontata prima di dicembre e se l'Italia promette battaglia sul Migration compact, per gli accordi con i paesi d'origine e gli investimenti europei in Africa, le modifiche al trattato saranno un altro argomento di scontro. Oltre al G6, sono in calendario il consiglio dei ministri degli Affari interni e di Giustizia, previsto per il 13 ottobre, e il consiglio dei capi di Stato e di governo programmato per il 20 e il 21.

Intanto i numeri degli sbarchi crescono e anche quelli delle vittime. Due giorni fa si registrava un'impennata del 6 per cento. Sono oltre 130mila le persone arrivate sulle nostre coste dall'inizio dell'anno, 8.000 in più rispetto al settembre 2015.

E, di conseguenza, aumentano anche le cifre dell'accoglienza: 158mila persone, alle quali vanno aggiunte 30mila minori, sono attualmente ospitate nelle strutture organizzate dal Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione.