Strage Istanbul, il presunto killer kirghiso ai media: «Io non c'entro»

Martedì 3 Gennaio 2017
Strage Istanbul, il presunto killer kirghiso ai media: «Io non c'entro»

Era stato identificato come il 28enne Iakhe Mashrapov, con passaporto del Kirghizistan, il presunto killer di Capodanno a Istanbul. Ma lui stesso, qualche ora dopo, ha dichiarato la sua estraneità in un'intervista all'agenzia kirghisa Akipress. L'uomo sostiene di essere stato scambiato per l'attentatore per una somiglianza ma di essere stato rilasciato dalla polizia dopo un controllo all'aeroporto di Istanbul. Secondo Akipress, Mashrapov sarebbe stato in Turchia per affari tra il 28 e il 30 dicembre e poi di nuovo tra il primo gennaio e oggi, mentre era in Kirghizistan la notte della strage. Il passaporto dell'uomo risulta rilasciato dalla repubblica ex sovietica dell'Asia centrale il 21 ottobre scorso, un mese prima del suo arrivo in Turchia.

Intanto una donna è stata arrestata. Lo riferisce dalla Turchia la corrispondente di ITV britannica Sally Lockwood, che cita fonti della polizia. La donna, riferisce il quotidiano Haberturk, è stata fermata nella provincia anatolica conservatrice di Konya, dove il killer sarebbe giunto anche con i due figli a fine novembre dal Kirghizistan. Le fonti citate dal giornale sostengono che l'uomo sia un membro della minoranza turcofona e musulmana degli uiguri, originaria dalla regione cinese dello Xinjiang. «Ho saputo dell'attacco dalla tv. Non sapevo che mio marito fosse un simpatizzante di Daesh» (Isis), avrebbe detto alla polizia turca la moglie del presunto killer.

Intanto ieri l'Isis ha rivendicato la strage del nightclub Reina a Istanbul che ha provocato 39 morti: in un comunicato diffuso per la prima volta anche in turco, ha definito l'attentatore "un soldato eroico" e la Turchia "serva della Croce" per gli attacchi in Siria. 

Nuovi arresti. Nel frattempo è salito a 14 il numero dei presunti complici del killer di Capodanno arrestati dalle unità antiterrorismo della polizia di Istanbul. Lo riferisce l'agenzia statale Anadolu. I sospetti fiancheggiatori vengono sottoposti in queste ore a interrogatori per chiarire il loro ruolo nella strage e cercare elementi utili alla cattura dell'attentatore in fuga. Tra i fermati ci sarebbero anche due agenti immobiliari che a fine novembre hanno affittato la casa in cui il presunto killer viveva con la moglie e i due figli a Konya. Altri stranieri con cui l'attentatore era in contatto, residenti nella stessa area, risultano ricercati dalla polizia turca. 


 

Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA