«Un razzista a Washington»: bufera su Bannon, la prima nomina di Trump

Martedì 15 Novembre 2016 di Donatella Mulvoni
Stephen Bannon

NEW YORK Un colpo al cerchio e uno alla botte: Reince Priebus sarà il prossimo Chief of Staff, mentre Stephen Bannon il Chief Strategist. Nella scelta delle prime due cariche, capo di Gabinetto e responsabile delle Strategie, Donald Trump sembra aver voluto costruire con la prima nomina un ponte con l'establishment del partito repubblicano, mentre con la seconda ha rimarcato il suo essere un outsider, e scegliendo Bannon ha fatto un regalo a una precisa fascia di elettori, che gli è rimasta fedele durante tutta la sua campagna elettorale: quella dei bianchi nazionalisti. Ma ha anche scatenato fortissime polemiche, come era inevitabile che avvenisse.

ESPONENTE NAZIONALISTA
Partiamo dalla prima. Donald Trump ha voluto come suo segretario personale la figura che dal 2011 è a capo della commissione del Partito repubblicano. Il responsabile del Gabinetto è una figura importantissima, la carica più alta alla Casa Bianca, capace di incidere sulla scelta del resto dell'Amministrazione, sull'accesso di persone e informazioni al presidente e sui rapporti con il Congresso. Priebus, 44 anni, un fedele del partito repubblicano, molto vicino al presidente della Camera, Paul Ryan, rappresenta quindi una scelta in linea con lo spirito conservatore del Palazzo. Sentendo il suo nome, in molti hanno sperato che il cavallo pazzo, una volta entrato alla Casa Bianca, si stesse lentamente addomesticando.

Non è così. Perché chiamando Bannon a guidare il ruolo di Chief Strategist, Trump introduce alla Casa Bianca un esponente della destra radicale e nazionalista, nota come alternative right. Responsabile della campagna elettorale del candidato repubblicano, presidente prima di Breitbart news, un sito di notizie noto per le sue posizioni ultra conservatrici e razziste, letto soprattutto da un pubblico ultranazionalista.

Contro la scelta di Bannon, 62 anni, originario della Virginia, MBA ad Harvard, un passato nella Marina ed ex investment banker, si sono scagliati da subito membri del partito democratico e le associazioni a difesa dei diritti delle minoranze, soprattutto quelle a sostegno dei musulmani e degli ebrei. E se inizialmente, quasi tutti gli esponenti del congresso repubblicano sono rimasti in silenzio, ora anche alcuni di loro hanno iniziato a esprimere parole di dissenso.

«La sua nomina manda un messaggio inquietante, cioé che le teorie della cospirazione anti-musulmani e l'ideologia nazionalista saranno i benvenuti alla Casa Bianca», spiegano i membri del Council on American- Islamic Relations, una delle organizzazioni più importanti degli Stati Uniti a difesa dei musulmani.

«FACCIA UN PASSO INDIETRO»
Deciso a non star zitto, anche un altro influente gruppo, il Southern Poverty Law Center, che da anni lavora per registrare tutte le sacche d'odio negli Stati Uniti. «Trump- spiegano - dovrebbe far un passo indietro. Nel suo discorso, dopo l'esito vittorioso delle elezioni, aveva detto di voler essere il presidente di tutti gli americani». Ecco perché Bannon dovrebbe andarsene.

LE SCRITTE ANTISEMITE
Ad essere preoccupati per l'atmosfera che si respira in America da quando Trump è stato eletto, sono poi gli ebrei. Anche prima della nomina del Responsabile delle Strategie, in molte città d'America è stato registrato un aumento di posizioni razziste, con frasi e svastiche scritte sui muri, per strada, o nei bagni delle scuole. La scelta di Bannon per molti sembra legittimare queste posizioni, soprattutto se si considera che più volte, sostengono i critici, sono comparse frasi anti-semite nelle pagine del sito Breitbart. Chi invece lo difende, all'accusa di razzismo e ignoranza, sostituisce quella di patriottismo e grande amico di Israele. Nella conferenza stampa, prima di partire per l'Europa, Barack Obama ha deciso di non fare commenti, spiegando che ogni presidente ha il diritto di scegliere i membri della sua amministrazione.

Mentre, Donald Trump nell'annunciare la sua nomina, insieme a quella di Priebus, ha definito Steve e Reince «due leader altamente qualificati che hannno lavorato bene insieme durante tutta la campagna, portandoci a una vittoria storica».

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA