Cortei di Roma, la sfida di Minniti: «Linea dura contro i violenti»

Venerdì 24 Marzo 2017 di Cristiana Mangani
Cortei di Roma, la sfida di Minniti: «Linea dura contro i violenti»

È solito svegliarsi molto presto il ministro dell'Interno Marco Minniti, ma ieri mattina le ragioni erano doppie. L'attentato commesso a Londra a tre giorni dalla grande cerimonia per il sessantesimo anno dei Trattati europei, rappresenta l'ennesima prova di tenuta che l'Italia deve dimostrare riguardo al sistema sicurezza. Questa volta non si tratta soltanto di misurare fino a che punto l'impianto organizzativo abbia la capacità di contrastare la furia dei killer del Califfo nero. In ballo c'è la buona riuscita di un evento di portata internazionale, e c'è anche una città che subisce continui vandalismi e oltraggi. Per questo il titolare del Viminale ha predisposto un piano che dovrebbe arginare ogni emergenza, lasciando pochi varchi aperti a chi pensa di arrivare a Roma per devastare.
 

 

CONTROLLO DEL TERRITORIO
Parola d'ordine, per il ministro, è «il controllo del territorio». «Una risposta antica - dice - che è il sistema ancora più efficace di fronte all'imprevedibilità dell'atto», come quelli recenti di Nizza, Berlino, Londra. Presidi forti sulla strada, perché «non c'è bisogno di innovare, ma di rafforzare». E così è stato messo in campo un dispositivo di sicurezza molto imponente: circa 5000 uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza. Varchi controllati e tanta prevenzione. Con alla base una disposizione che caratterizzerà l'intera giornata di domani. «Siamo in una democrazia - è il pensiero di Minniti - Il principio, quindi, è libertà di manifestare le proprie opinioni, con un limite, la violenza».

Nessuna tolleranza davanti a chi tenterà di violare gli accordi. Nessun dialogo con chi cerca solo di creare tensione e disordini. Del resto, percorsi e iniziative sono stati concordati con gli organizzatori. «Ognuno ha scelto di andare dove voleva», viene sottolineato. E anche se «non si è in presenza di segnali di inquietudine evidenti», le storie di questi giorni consumate tra guerriglie e scontri a Napoli, a Bologna, hanno reso necessario rafforzare le misure.

RIUNIONE PERMANENTE
Per questa ragione il Casa, Comitato di analisi strategica, è riunito in modo permanente. E ieri mattina, all'incontro convocato d'urgenza dopo i fatti di Londra, era presente, insieme con i nostri 007, anche l'ufficiale di collegamento in Italia di Scotland Yard. Una fatto considerato importante, perché vuol dire scambio di informazioni e collaborazione. L'uomo che ha ucciso in Inghilterra era convertito e radicalizzato dal 2005, una persona poco nota all'intelligence, che non avrebbe mai avuto alcun tipo di legami con il nostro Paese. Non sfugge, però, agli analisti la simmetria tra i fatti accaduti a Nizza, Berlino e Londra: tutti messi in atto seguendo i suggerimenti di Al Adnani. «Una simmetria - considera ancora il titolare del Viminale - che si riscontra anche sul terreno delle motivazioni. Hanno colpito a Nizza durante una festa popolare, a Berlino durante il mercatino di Natale, a Londra il mercoledì, quando il Parlamento è in attività, con coltelli e mezzi di vario genere». Per questo, anche a Roma «non si può sottovalutare nulla», perché l'evento è particolare e ha una sua valenza simbolica. Vietata, quindi, la possibilità di accedere nel centro della città, a camion e furgoni di ogni tipo, perché «i rischi sono rappresentati dal proselitismo e dall'emulazione». E qualcuno, un lupo solitario, potrebbe cercare di introdursi nelle zone off limits.
Nel doppio fronte di minaccia - jihadista e antagonista - è stato necessario rafforzare gli interventi dei Nuclei antiterrorismo che, oltre al dispositivo già in atto, avranno il compito di controllare nuovi possibili obiettivi legati all'attentato di Londra. Sono tre gli aspetti che vanno tutelati. «Bisogna consentire la buona riuscita delle celebrazioni ufficiali - insiste Minniti -, garantire la sicurezza dei cittadini, e controllare tutte le manifestazioni» che hanno colori e anime diverse. Nelle stesse ore, infatti, c'è chi sfilerà a favore dell'Europa, chi, invece, in contrasto. E l'attenzione principale sarà quella di evitare che questi flussi di opinione in guerra tra loro, si incontrino. O meglio, scontrino. «La situazione - ribadisce Minniti - non presenta particolari picchi di preoccupazione, anche se non si può sottovalutare nulla. Il mantra è questo: libertà di espressione, democrazia, ma nessuna violenza ammessa, perché quella limita la libertà dell'altro».

LA VISITA DEL PAPA
Per questa ragione si è scelto di non far chiudere i negozi, di mantenere operative le attività commerciali. Per rassicurare chi teme che la città subisca chissà quale violenza. Quattro cortei e una manifestazione statica, mentre si celebra l'Europa con un numero infinito di autorità, sono una sfida non da poco. Senza contare che genera ansia e richiesta di interventi anche Milano, dove nello stesso giorno si svolgerà la visita di Papa Francesco.
Insieme con le forze dell'ordine rimane schierato anche l'intero apparato di intelligence, dal quale, ieri, è stata ulteriormente sollecitata una particolare attenzione. «I pericoli potrebbero arrivare dai violenti infiltrati nei cortei», ha spiegato il direttore dell'Aise, Mario Parente, ascoltato per tre ore dal Copasir.
L'attenzione è puntata sugli antagonisti dei centri sociali più duri, alcune centinaia che potrebbero strumentalizzare le manifestazioni per provocare scontri di piazza.

Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA