No a pasticci/ Inammissibile un passo indietro sugli sgomberi

Domenica 27 Agosto 2017 di Marco Gervasoni
No a pasticci/ Inammissibile un passo indietro sugli sgomberi
Grande mistero sull’attesa direttiva del Ministero degli Interni sugli sgomberi. Nel dubbio, e in attesa di vederla, si sta affermando una interpretazione secondo la quale non si procederà più con sfollamenti finché non si saranno trovate soluzioni alternative. Per chi? Per ospitare coloro che hanno illegalmente occupato. E questo ha fatto subito esultare il partito della tolleranza della illegalità e del sostegno a quella autentica cupola che eterodirige le occupazioni abusive e, in molti casi, le reazioni violente nei confronti delle forze dell’ordine. Se questa interpretazione, diffusa anche da alcuni organi di stampa, fosse vera, saremmo al di là dell’allucinante.
 
Prima di tutto perché in questo modo il governo, cioè lo Stato, legittimerebbe la violazione della legalità e della proprietà privata, cioè di uno dei diritti fondamentali dell’individuo. La tolleranza, e diciamo pure la calata di braghe, non farebbe che spingere altri ad occupare nuovi edifici, nella certezza dell’impunità. Verrebbe seriamente minato lo Stato di diritto: e chi si sentirebbe più garantito? In secondo luogo, se la circolare del Ministero si traducesse veramente in uno stop agli sgomberi, questo costituirebbe, dopo i fatti di Piazza Indipendenza a Roma, un esplicito segnale di sfiducia nei confronti della polizia.

Che, diciamolo una volta di più, è stata in questa occasione impeccabile: le reazioni delle forze dell’ordine sono state provocate dal reiterato rifiuto dei profughi a seguire gli ordini della questura, e dalle minacce e dalle aggressioni nei confronti dei poliziotti; pare istigate dai soliti agit prop da strapazzo, che a tutto sono interessati tranne che alle sorti dei profughi.

Tra la versione della questura e quella di alcuni profughi, intervistati da giornalisti arrivati ore dopo gli scontri, saremo ingenui ma tendiamo a credere alla prima. Non è comunque più tollerabile il continuo e gratuito insulto, anche da parte di organi di stampa importanti, alle forze dell’ordine: proprio in un momento in cui il loro compito è essenziale (sapete che vi sono attentati terroristici in giro?). Conoscendo la serietà e la determinazione del ministro Minniti, ci rifiutiamo tuttavia di credere a uno stop agli sgomberi. 
Auspichiamo invece che l’interpretazione corretta delle voci sul prossimo decreto siano quelle che vedono un inasprimento della reazione e non una fuga. Che cioè gli sfollamenti continuino attraverso un più deciso coinvolgimento dei comuni: che può portare alla decisione della prefettura di requisire temporaneamente edifici pubblici per ospitare, sempre per un tempo breve, coloro che sono stati sloggiati, E magari conduca a fissare severissime pene nei confronti di questi reati. Dopo tutto la procura di Roma sta indagando sulla ipotesi di un racket che avrebbe gestito il palazzo di Piazza Indipendenza. 

Il passaggio è fondamentale. E non riguarda solo la sorte dei rifugiati. Che, ricordiamolo, in quanto tali non hanno diritto alla assistenza dello Stato, diversamente dai migranti senza permesso di soggiorno. E’ in gioco il rispetto delle regole, della legalità, della proprietà privata. E’ in gioco la capacità del governo di tutelare l’ordine pubblico. Nessuno sconto e nessuna comprensione. Una ritirata su tutta la linea su questo tema screditerebbe l’esecutivo. Giustificando così i partner europei che, nei summit dei prossimi giorni, avrebbero tutto il diritto di riderci in faccia. Ma, prima degli altri paesi, avrebbero diritto a essere indignati i cittadini onesti, che pagano le tasse, gli affitti e i mutui.

 
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