Inchiesta Petrolio, le pressioni dell'ammiraglio su Pinotti e i fondi per le nuove navi

Sabato 9 Aprile 2016 di Valentina Errante e Sara Menafra
Inchiesta Petrolio, le pressioni dell'ammiraglio su Pinotti e i fondi per le nuove navi

ROMA - Sono tanti i ministri che ascoltavano i consigli del “quartierino” di cui faceva parte anche il compagno di Federica Guidi, Gianluca Gemelli. E gli interessi in ballo, come raccontano le informative della Squadra mobile di Potenza guidata da Carlo Pagano (ma parte degli atti potrebbe passare presto a Roma per competenza), andavano dagli appalti alla Difesa, alle nomine al tema dell'immigrazione e della gestione degli hot spot.

FRETTA ELETTORALE
In vista dell'approvazione del Programma navale e per i tanti affari che la cricca ha in mente, il capo di Stato maggiore della Difesa Graziano è il primo ostacolo da aggirare, visto che preme per spostare sull'Esercito parte dei fondi provenienti dal Mise. E' Nicola Colicchi a concordare la strategia con l'Ammiraglio e capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi: «De Giorgi ribadiva che la cosa andava fatta subito, in vista anche delle elezioni – si legge in un'informativa - Aggiungeva che avrebbe voluto chiedere aiuto anche a “Sant'Egidio”, ciò con riferimento all'opportunità di far chiamare la Ministra, ovvero Roberta Pinotti, e farle capire…che ha rotto i c.... Colicchi sosteneva che bisognava fare in modo che tra i due (verosimilmente tra il Ministro e Graziano) si creasse una crepa». Sempre il dialogo con la Pinotti sembra essenziale quando deve cambiare il capo di gabinetto alla Difesa. Il candidato, Girardelli, rischia di depotenziare l'ammiraglio, ma il fido Colicchi consiglia a De Giorgi di parlare con la «ministra» per «sconsigliarla»: «Colicchi dice pure che da qui a due anni non si sa neppure che rimanga lo stesso Ministro, come potrebbero augurarsi».

 

GLI INCUBI
Per chiudere l'intesa, l'ammiraglio De Giorgi deve aiutare il “quartierino” nei suoi affari ad Augusta. E per questo è fondamentale che Alberto Cozzo resti al suo posto, al vertice dell'Autorità portuale di Augusta. E' proprio Cozzo a parlare della mediazione in suo favore fatta da Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e commissario in Sicilia. Una posizione, quella del commissario di Confindustria Sicilia, sulla quale il procuratore Luigi Gay, l'aggiunto Francesco Basentini e la pm Laura Triassi stanno valutando di fare ulteriori approfondimenti: «Alberto riferiva che Ivan (Lo Bello) lo aveva appena contattato comunicandogli la sua riconferma a Commissario, dico io gli ho detto “grazie e grazie a prescindere dal risultato”, eh... dice “al novantanove per novantanove domani rientri, dice ti fanno il decreto, a meno che domani mattina non si svegli, dopo che ha passato una notte insonne con incubi”». Il riferimento sembra essere alla revoca dell'incarico che il ministro per i trasporti Graziano Del Rio avrebbe deciso, dicono le intercettazioni, di strappare (Cozzo in effetti è ancora al suo posto). Parlando di altri progetti, stavolta a Napoli, l'attivissimo Colicchi spiega ai suoi che il “gancio” può essere, si legge nelle informative, «Lo Bello Ivan, affermando appunto come con quest'ultimo si sarebbe arrivati direttamente alla persona del Ministro, essendo “amicissimi”». Altro legame utile è quello con Pujia, capo di gabinetto di Del Rio che, Colicchi, dicono gli atti, va spesso a trovare.

Perché il progetto di stoccaggio del petrolio al porto di Augusta vada a buon fine, c'è un'ultima casella da mettere a posto.

GLI IMMIGRATI
La cricca deve evitare che sul molo di proprietà della Marina militare venga creato l'hot spot di accoglienza e smistamento dei migranti che pure il ministero degli Interni aveva messo in cantiere (il progetto è saltato due settimane fa). E' l'affidabile Cozzo ad occuparsi di tutto: «Devo andare in Prefettura- dice al telefono - io volevo dire al Prefetto “guarda ho trovato la soluzione, gli immigrati vanno via, io metto dentro un'azienda che fa un investimento, invece di pagare il canone, l'azienda mi dà un'area fuori, poi il Ministero se la deve finanziare».
Sebbene il ministro Federica Guidi sia parte offesa in questa storia, le intercettazioni raccontano di contatti continui col “quartierino” dei consulenti legati al compagno. Sempre a proposito del Programma navale, ad esempio, è lei a dire al compagno di aver detto a Colicchi di «muoversi anche lui sul Mef». Come è accaduto per l'emendamento pro Total, fondamentale è l'opinione del ministro per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi. In serata Colicchi, che è di casa, manda messaggi a Gemelli: «Lei mi ha detto che ne parlava alla Boschi. Sai se è così?».

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 10:15