L'ultima fuga di Igor nascosto nei boschi e braccato dai parà

Lunedì 10 Aprile 2017 di Cristiana Mangani
L'ultima fuga di Igor nascosto nei boschi e braccato dai parà

dal nostro inviato
MOLINELLA (Bologna) Una lunga fila di blindati entra ed esce dalla Caserma dei carabinieri di Molinella. È il quartiere generale della caccia a Igor Vaclavic, il bandito che sta terrorizzando la Bassa padana. Sono ottocento gli uomini schierati alla ricerca del killer ninja. Agile, feroce, rapidissimo, sta tenendo sotto scacco le forze dell'ordine da giorni, terrorizzando contadini e abitanti della zona. Per ricostruire la vita di questo killer dagli occhi di ghiaccio si sono coordinate le procure di Bologna e di Ferrara, sono scesi in campo carabinieri, polizia, vigili del fuoco, paracadutisti, forze speciali e anche l'Uopi, l'unità antiterrorismo.

IL PERICOLO
La parola d'ordine è fare in fretta. Igor è armato fino ai denti e spara ancora prima di parlare. Ha due pistole con sé, una 9 per 21 bifilare e una calibro 12, più due caricatori, per un totale di almeno 40 colpi a disposizione. Durante l'assalto alla guardia volontaria e al suo collega Marco Ravaglia, ne ha sparati cinque, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo. Ed è pronto a eliminare chiunque si trovi sulla sua strada.
Con il passare delle ore si delinea meglio la personalità di questo criminale conosciuto nella zona come il russo. Ai poliziotti che anni fa lo stavano portando al Cie di Bari per espellerlo, ha detto: «Mi diverto a fare del male alle persone anziane e deboli». Poi, ai compagni di cella, ha raccontato di rapine, di una guerra nell'ex Jugoslavia che lo avrebbe abituato a uccidere. Potrebbe essere serbo, secondo le ultime indagini, e nei sette anni passati in Italia non avrebbe intrattenuto alcun tipo di rapporto che non fosse strettamente criminale. Le forze dell'ordine stanno cercando di fargli terra bruciata intorno, e hanno delimitato una zona che comprende un perimetro di venti chilometri per cinque, tra boscaglia, vegetazione, acquitrini, e piccole capanne. Boschi e campagne dove la gente del posto è solita andare a fare jogging, a pescare, a cacciare. Da due notti è tutto off limits.

E proprio in questa area, grazie al fiuto di un cane, tra i rovi è stato individuato un giaciglio dove il killer avrebbe riposato qualche ora. Ma le tracce si sono poi perse nel nulla.

«Bisogna usare la massima attenzione - avverte il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato - Si tratta di una persona estremamente pericolosa. Bisogna avere prudenza nel muoversi e se si vede qualcosa di strano, va segnalato senza intervenire direttamente».

La minaccia è elevatissima, e per questa ragione, ogni abitazione che rientra nel perimetro monitorato, viene bonificata. Carabinieri e polizia stanno controllando tutte le case che si trovano nella zona dell'oasi di Marmorta e di Campotto, tra Bologna e Ferrara. Guardano ovunque, Vaclavic potrebbe tenerli sotto minaccia. E quando viene verificato che è tutto a posto, resta comunque una sentinella di guardia. Igor mette paura anche a un simile esercito, perché non ha più nulla da perdere e ha già dimostrato di non avere problemi a uccidere. Non soltanto il barista di Budrio, Davide Fabbri, colpito a bruciapelo solo perché aveva provato a reagire. Ma anche Valerio Verri, la guardia provinciale, il suo collega Marco Ravaglia, che ora è in gravi condizioni in ospedale. Nella sua storia personale ci sarebbe, poi, un altro episodio che gli investigatori stanno analizzando: la morte di una guardia giurata a Scavio in provincia di Ravenna. Era dicembre del 2015, un metronotte venne trovato ucciso in una cava, senza più la pistola d'ordinanza. Il colpevole non venne mai individuato, ma ora l'episodio viene riletto per le similitudini che presenta con le modalità di azione del russo.

LE RICERCHE
A distanza di due giorni dall'ennesimo delitto, tra le forze dell'ordine nessuno se la sente di azzardare pronostici. Il killer ha dimostrato di sapersi muovere con l'agilità e l'astuzia di un agente addestrato. Del resto, è riuscito più volte a farla franca. Anche la scorsa notte, quando già Verri era stato ucciso. Una testimone ha avvertito i carabinieri della presenza del Fiorino sul quale stava scappando. I militari sono intervenuti ma non sono riusciti a bloccarlo, perché troppo rischioso sparare con le persone in giro. Altri due avvistamenti hanno confermato che Vaclavic continua a nascondersi nella zona. Ma sono anche tante le false indicazioni. Nella paura di queste ore c'è chi giura di aver sentito degli spari, chi di aver visto il fuggiasco uccidere dei cani, perché abbaiando lo avrebbero fatto smascherare. E chi è certo che un elicottero lo avesse sotto mira, ma che anche questa volta sia riuscito a sgusciare via.

Ultimo aggiornamento: 10:29