Ancora fiamme sul Vesuvio, dove arrivano i militari dell'operazione Strade Sicure. È emergenza continua sul vulcano che domina Napoli, a fuoco da sabato scorso nonostante il massiccio intervento di canadair ed elicotteri, e gli sforzi di vigili del fuoco e Protezione civile. Ettari ed ettari di bosco e vegetazione continuano ad andare in fumo con le fiamme, alimentate dal vento, difficili da domare.
Tre i fronti del fuoco: Ercolano, Torre del Greco-Boscoreale e Terzigno. A subire i danni provocati dagli incendi, non solo l'area del Parco del Vesuvio, ma anche una riserva naturale come quella degli Astroni e Positano, una delle perle della Costiera Amalfitana. Qualche piccolo focolaio è stato avvistato anche a Napoli città.
Quasi accertata la natura dolosa delle fiamme sul Vesuvio. Tre le procure che indagano: Torre Annunziata, Nola e Napoli. L'ipotesi è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti. Le indagini si potrebbero avvalere anche di immagini girate dall'alto. «Siamo in una fase preliminare, ma tutto fa propendere per la natura dolosa degli incendi» spiega il procuratore reggente di Napoli Nunzio Fragliasso. Tesi confermata anche dai carabinieri: «È una corbelleria pensare alla autocombustione, qui c'è la mano di una o più persone» dice il comandante Regione Forestali Campania, Sergio Costa.
Ad Ottaviano, nella sede del Parco Nazionale del Vesuvio, è arrivato nel pomeriggio il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti per una riunione con tutti i soggetti impegnati nell'emergenza. Ferma la condanna dei piromani. «Faremo di tutto per catturare i colpevoli. Napoli non merita questa immagine, e se qualcuno ha incendiato il Vesuvio - ha detto - lo voglio vedere in carcere per 15 anni». In serata, dopo un comitato per l'ordine e la sicurezza tenuto a Napoli, arriva il via libera all'utilizzo dell'esercito. Dopo il primo invio immediato, nei prossimi giorni «verrà ampliata la presenza dei militari nelle situazioni più critiche, in un'ottica di prevenzione».
Tre gli arresti di giornata, tutti a carico di coltivatori diretti, e peraltro in zone che non sono quelle interessate dall'incendio principale.