Expo, allarme dei giudici «Non ha funzionato il sistema dei controlli» `

Venerdì 8 Luglio 2016 di Claudia Guasco
Expo, allarme dei giudici «Non ha funzionato il sistema dei controlli» `
MILANO Un sistema di controllo che non ha funzionato e la fretta che ha fatto il resto, allentando i criteri di selezione delle ditte che hanno lavorato all'Expo. Così, secondo i giudici che hanno disposto l'amministrazione giudiziaria per la Nolostand, società detenuta dall'ente Fiera Milano, il Consorzio Dominus in odor di mafia che spediva fiumi di denaro in Sicilia è riuscito ad aggiudicarsi la realizzazione di ben quattro padiglioni, di due stand, del Palazzo dei congressi e dell'Auditorium dell'Esposizione universale.

VERIFICHE AGGIRATE
Giuseppe Nastasi, il proprietario occulto della Dominus finito in manette con altri dieci indagati per riciclaggio e false fatturazioni, è ritenuto vicino al clan degli Accardo di Partanna, il suo braccio destro Liborio Pace è considerato l'elemento di collegamento con la famiglia mafiosa di Pietraperzia. Eppure un mese fa i loro uomini lavoravano ancora nell'area Expo. L'8 giugno il pm Paolo Storari ha lanciato l'allarme, segnalando «la perdurante presenza di personale del consorzio Dominus intento a lavorare all'interno degli allestimenti presso il polo di Rho-Fiera Milano». Il pool del procuratore aggiunto Ilda Boccassini rileva «l'inspiegabile sottovalutazione» che ha «facilitato l'inserimento di soggetti indagati per gravi reati in una società a partecipazione pubblica», cioè Nolostand. Ma il presidente della Regione Roberto Maroni difende i manager dell'Ente: «Non c'è alcuna contestazione che si possa muovere ai vertici di Fiera. Ha controllato la Dia, un'istituzione esperta in materia, la Prefettura e anche Anac. Di più francamente non vedo cosa avrebbe potuto fare».

Il problema però c'è e viene messo in evidenza dai giudici della sezione misure di prevenzione. «L'utilizzo di prestanome a capo di Dominus ha consentito agli indagati di aggirare sia i controlli istituzionali svolti dalla Dia e dalla Prefettura, che le procedure di internal audit», scrivono i magistrati. Ben «mimetizzati» nel consorzio, Nastasi e Pace sono sfuggiti alle verifiche. Non solo: intestando le società ad amministratori fittizi, Job Service e Map spa - le due imprese che per conto di Dominus hanno lavorato all'Expo - hanno ottenuto il certificato antimafia dalla Prefettura. E a nulla è servita, rilevano i giudici, la comunicazione inviata il 17 maggio 2014 al Prefetto di Milano e al Dirigente della Dia, con cui l'ente Fiera comunicava ufficialmente l'elenco dei propri fornitori. Tra questi c'era Dominus. «Fiera Milano - si legge - sta dotandosi di un proprio albo fornitori, operativo dalla prossima settimana. Riteniamo opportuno trasmetterle l'elenco dei fornitori che potranno essere chiamati a collaborare da Expo spa».

 
IL RITARDO DELLE OPERE
Alla lista non viene sollevato alcun rilievo, perciò Fiera Milano va avanti. Complice il ritardo delle opere in vista dell'inaugurazione, Dominus ha la strada spianata. Le procedure vengono snellite, «in deroga al comma 6 dell'articolo 56 del decreto 163 del 2006», ed Expo procede «mediante richiesta di manifestazione di interesse, alla celere individuazione degli operatori in possesso dei necessari requisiti». Come Dominus. E i manager di Nolostand «appaiono consapevoli o quantomeno censurabili sul piano della violazione delle regole di comportamento comunemente richieste a chi opera nel settore degli appalti e, nel caso specifico, anche disciplinate dal codice etico adottato dalla stessa società».
Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 14:28