Cyberspionaggio, i fratelli Occhionero si difendono: mai rubato dati

Mercoledì 11 Gennaio 2017
I fratelli Occhionero
«Non abbiamo mai rubato dati né svolto attività di spionaggio». Si sono difesi così Giulio e Maria Francesca Occhionero nel corso dell'interrogatorio di garanzia oggi a Regina Coeli. «Gli indirizzi mail sono pubblici e alla portata di tutti e non c'è alcuna prova di sottrazione di dati da parte nostra», hanno detto i fratelli arrestati con l'accusa di cyberspionaggio.

«Non è roba mia: i 18 mila nickname nel mio pc chi mi dice che non me li abbiate messi voi con un malware violando la mia privacy».
Si è difeso così Giulio Occhionero nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. Nel corso dell'atto istruttorio l'ingegnere nucleare accusato dalla Procura di Roma di cyberspionaggio ha negato di avere chiesto ad un agente di polizia di informarsi se fosse stata avviata una indagine sul suo conto. Dal canto suo la sorella, Maria Francesca, ha sostenuto che alcune informazioni ritenute riservate entrate in possesso del fratello erano legate alla sua frequentazione nella massoneria.


L'avvocato Roberto Bottacchiari, difensore di Maria Francesca Occhionero racconta che la sua assistita viaggia su vecchia 500 e negli ultimi anni ha vissuto grazie ai soldi datigli dalla madre dopo la vendita di una villetta. «Lei è laureata in chimica - ha aggiunto il penalista - ha lavorato nell'azienda del fratello, occupandosi di questioni amministrative, fino al 2013, poi si è messa a cercare lavoro. Non ha nessuna ricchezza da parte né é inserita negli ambienti dell'alta finanza. I due fratelli hanno beneficiato della vendita di una villetta a Santa Marinella, di proprietà della madre, che ha fruttato 150 mila euro complessivi ai due».

 
Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA