Cucchi, dopo il post della sorella Ilaria «valanga di minacce di morte al carabiniere indagato»

Lunedì 4 Gennaio 2016
Cucchi, dopo il post della sorella Ilaria «valanga di minacce di morte al carabiniere indagato»

«Il mio assistito dopo il post su Facebook di Ilaria Cucchi è stato sommerso da minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari. Per questo, oltre a denunciare Ilaria Cucchi per diffamazione, denunceremo anche gli autori di queste minacce». Ad annunciarlo è Elio Pini, l'avvocato di Francesco Tedesco, il carabiniere indagato nell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, ieri tirato in ballo dalla sorella del ragazzo scomparso, Ilaria, che ha pubblicato su Facebook una foto del militare per far «vedere le facce di coloro che hanno ucciso» Stefano.

La scelta della sorella di Stefano Cucchi ha prodotto innumerevoli manifestazioni di solidarietà ma anche aspre critiche a cui lei ha risposto con un nuovo post su Facebook:
«La prima domanda che mi pongo è: se fosse stato un comune mortale, cioè non una persona in divisa, non ci si sarebbe posto alcun problema - scrive -.

La cronaca nera è piena di 'mostri' rei o presunti tali di efferati ed orrendi delitti sbattuti in prima pagina».

«Non sono ipocrita - prosegue -. Questa foto non è uno scatto rubato in violazione della privacy del soggetto ritratto ma è stata addirittura postata dallo stesso sui social network. Questa foto io non l'avrei mai pubblicata ma l'ho fatto solo perché la ritengo e la vedo perfettamente coerente col contenuto dei dialoghi intercettati e con gli atteggiamenti tenuti fino ad oggi dai protagonisti».

Ilaria Cucchi non si pente nella maniera più assoluta: 
«Credo che non mi debba sentire in imbarazzo se diventeranno pubblici anche i volti e le personalità di coloro che non solo hanno pestato Stefano ma pare se ne siamo addirittura vantati ed abbiamo addirittura detto di essersi divertiti. Difronte al possibile imbarazzo che qualcuno possa provare pensando che persone come queste possano ancora indossare la prestigiosa divisa dell'arma dei carabinieri io rispondo che sono assolutamente d'accordo e condivido assolutamente questo imbarazzo».

E ancora:
«Non è un problema o una responsabilità di Stefano Cucchi o della sua famiglia. Non è stata una scelta di Stefano Cucchi quella di subire un 'violentissimo pestaggio', come lo hanno definito i magistrati, per poi morirne. Non è stata una scelta della famiglia Cucchi quella di essere processata insieme al loro caro per sei anni. Quella di avere invece pestato Stefano è stata una scelta degli autori del pestaggio. Quella di nascondere questo pestaggio e di lasciare che venissero processati altri al loro posto è stata una scelta di altri. Così come quella di farsi fotografare in quelle condizioni e di pubblicarla sulla propria pagina Facebook è stata una scelta del soggetto ritratto».

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 19:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA