Dossieraggio, Cantone in Antimafia: «Da Striano 10mila accessi e 33.528 file scaricati, operava in pool». E Gravina mette a disposizione pm i bonifici bancari

Il procuratore di Perugia in commissione parlamentare antimafia in merito all'inchiesta sui presunti dossieraggi

Giovedì 7 Marzo 2024
Politici spiati, Cantone: «Necessario ripristinare la verità e tutelare l'Antimafia»

«Credo ci sia l'esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un'istituzione sacra come la procura nazionale». Così il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in commissione parlamentare antimafia, ascoltato in merito all'inchiesta sui presunti dossieraggi.

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Cantone in Antimafia

«Non mi occupo di bolle di sapone.

E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio», aggiunge il procuratore di Perugia. Inoltre per Cantone «c'è l'esigenza di una serie di strumenti come delle infrastrutture telematiche giudiziarie e vorrei ricordarlo in un momento nel quale con grandissima fatica ci stiamo avviando al processo telematico».

L'audizione

«Il mercato delle Sos non si è affatto fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C'era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma», sottolinea Cantone in commissione.

«Questa è la seconda fuga di notizie in questa inchiesta. Però ancora non abbiamo capito chi e come questa notizia l'ha fatta uscire, danneggiando l'indagine», dice Cantone che ha inoltre spiegato di aver «sentito per due volte il ministro della Difesa, che credo vada ringraziato». «La funzione del pm è individuare l'esistenza dei reati, dei fenomeni non se ne occupano. Esistono fatti di rilevante gravità di cui se ne occupa ognuno per le sue competenze», ha aggiunto.

Su Striano

«Gli accessi sono maggiori di 800. Dal primo gennaio 2019 al 24 novembre 2022 Striano all'interno della banca dati Siva ha consultato 4.124 Sos, un numero spropositato. Digitato 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure 3mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo», ha rivelato Cantone. «Sappiamo che Striano operava in pool, non abbiamo al momento fatto approfondimenti che operavano con Striano, il coordinatore era lui. Ci sono stati altri accessi fatti alle Sos durante questa fase. Continuiamo ad avere accessi abusivi ad altre banche dati».

Il caso Gravina

Una memoria, una serie di atti tra cui bonifici bancari. È quanto ha messo a disposizione ieri il presidente della Figc, Gabriele Gravina nell'indagine della procura di Roma che lo vede indagato per l'accusa di autoriciclaggio. Per quanto riguarda il futuro dell'indagine resta aperta la questione della competenza territoriale: a breve i pm valuteranno se tenere il fascicolo o inviarlo a Milano, dove è avvenuto l'acquisto di un appartamento da parte di Gravina, o alla procura di Firenze, città dove ha sede la Lega Pro. Oggetto del procedimento, infatti, sono presunti illeciti legati ai diritti televisivi della lega calcistica minore

Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA