Conte, fiducia al Senato con 171 sì: «Noi populisti? Ascoltiamo la gente»

Martedì 5 Giugno 2018
Conte con Di Maio al Senato: «Stop al business migranti. Daspo ai corrotti, aprire alla Russia. Taglio a pensioni sopra i 5.000 euro»

Il governo di Giuseppe Conte incassa la fiducia del Senato. I voti favorevoli sono stati 171, dieci in più della maggioranza assoluta, i contrari 117 e gli astenuti 25. Domani tocca alla Camera. Hanno votato a favore M5S e Lega, contro Pd e Forza Italia. Astenuti i 18 componenti del gruppo Fratelli d'Italia, i senatori a vita Liliana Segre, Elena Cattaneo e Mario Monti e altri quattro del gruppo delle Autonomie. Il premier, nel discorso di 75 minuti con cui ha chiesto la fiducia, si è richiamato all'accordo sottoscritto dai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini. «Sarò garante del contratto».

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Poi Conte ha avvertito: «Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo». Un progetto di «radicale cambiamento», ha aggiunto citando i capitoli del programma: dai diritti sociali alla legittima difesa, dal fisco più equo al daspo ai corrotti, al carcere vero per i grandi evasori al taglio delle pensioni d'oro. «Metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietè», ha detto il premier, citando la vicenda del bracciante maliano ucciso in Calabria. In politica estera, l'Italia resta nella Nato e con gli Usa come «alleato privilegiato», ma «ci faremo fautori - ha puntualizzato il premier - di una apertura alla Russia e della revisione delle sanzioni». Nessun accenno invece a scuola e cultura.
 



Euro. Nella replica Conte ha sottolineato: «L'uscita dall'Euro non è mai stata in discussione», ma «come facciamo a rinunciare a discutere le politiche economiche? Di questo parliamo, che ci sia margine o no lo vedremo ma siamo determinati a farlo». «Non facciamo dello spread il nostro vessillo, dietro lo spread si nasconde la speculazione finanziaria», ha aggiunto.

Mattarella. «Rivolgo un saluto al presidente della Repubblica che rappresenta l'unità nazionale e che ha accompagnato le fasi di formazione di questo governo», è stato l'esordio del premier che ha poi aggiunto. «Assumo incarico con umiltà e determinazione».

Cambiamento. «Con questo spirito e questa consapevolezza oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell'Italia, formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare», ha detto il presidente del Consiglio.

 
 


Populismo. «Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo», ha detto il presidente del Consiglio.

È necessario «offrire risposte concrete ai bisogni dei cittadini: la crescente disattenzione verso le istituzioni e la perdita di prestigio devono spingere a tutti a un supplemento di responsabilità che passa attraverso una maggiore apertura alle istanze reali che vengono da chi vive fuori da questi Palazzi. L'autorevolezza del governo e del Parlamento non possono basarsi solo sui compiti affidati loro dalla Carta istituzionale ma devono essere conquistati giorno dopo giorno operando con disciplina e onore e mettendo da parte le convenienze», ha continuate Conte.

 


Avvocato del popolo. «Come già ho anticipato mi propongo a voi, e a attraverso voi, come avvocato che tutelerà l'interesse dell'intero popolo italiano. Qualcuno ha considerato questa novità in termine di cesura con la storia repubblicana, quasi un attentato alle tradizioni non scritte. Tutto vero, dirò di più: non credo si tratti di una semplice novità, la novità è che abbiamo affrontato un cambiamento radicale del quale siamo orgogliosi», ha detto ancora Conte.

«Assumo questo compito con umiltà ma anche con determinazione, con la consapevolezza dei miei limiti ma anche con la passione e l'abnegazione di chi comprende il peso delle altissime responsabilità a me affidate. Sono profondamente onorato di poter offrire il mio impegno e le mie competenze per poter difendere l'interesse dei cittadini di questo meraviglioso Paese», ha affermato ancora il premier. 

«Sono grato a chi rinunciando a legittime ambizione personali ha reso possibile la formazione del governo, e mi fanno sentire ancora più profondamente le responsabilità. Non ho pregresse esperienze politiche, sono un cittadino che si è dichiarato disponibile ad assumere eventuali responsabilità e successivamente ad accettare la responsabilità di governo», ha continuato il presidente del Consiglio.

 


Trasparenza. «Rispetto a prassi che prevedevano valutazioni scambiate nel chiuso di conciliaboli tra leader politici per lo più centrate sulla spartizione di ruoli personali e ben poco sui programmi, ci presentiamo non nascondendo le diversità e rinunce reciproche, nel segno della trasparenza nei confronti degli elettori», ha proseguito.

Ascolteremo i bisogni della gente. «Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo», ha poi scandito il presidente del Consiglio.

Daspo ai corrotti. «Cambia che combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il daspo ai corrotti e con l'introduzione dell'agente sotto copertura», ha continuato Conte.

Tasse e debito. I cittadini «hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque. C'è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare», ha proseguito il presidente del Consiglio. «L'eliminazione del divario di crescita tra l'Italia e l'Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati», ha detto ancora il presidente del Consiglio.

Flat tax. «L'obiettivo è la flat tax, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell'imposta, in piena armonia con i principi costituzionali», ha detto ancora il premier. «Solo così sarà possibile pervenire a una drastica riduzione dell'elusione e dell'evasione fiscale, con conseguenti benefici in termini di maggiore risparmio di imposta, maggiore propensione al consumo e agli investimenti, maggiore base imponibile».

Apertura alla Russia. «Intendiamo ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa», ha detto il presidente del Consiglio. 

Europa. Serve un «adeguamento della governance» della Ue. L'Europa «è la nostra casa. Quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un'Europa più forte e anche più equa, nella quale l'Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i principi di responsabilità e di solidarietà», ha detto Conte. «Siamo ottimisti sul risultato di queste riflessioni e fiduciosi della nostra forza negoziale».

Costi della politica. «Questo Governo intende agire con risolutezza. La lotta ai privilegi della politica e agli sprechi non è una questione meramente simbolica. Se i comuni cittadini affrontano quotidianamente mille difficoltà e umiliazioni perché non hanno un lavoro, hanno una pensione al di sotto della soglia della dignità, lavorano guadagnando un salario irrisorio, non è tollerabile che la classe politica non ne tragga le dovute conseguenze in ordine al proprio trattamento economico. Diversamente, si rompe il patto di fiducia dei cittadini nei confronti delle proprie istituzioni. Occorre operare un taglio alle pensioni e ai vitalizi dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei dipendenti degli organi costituzionali, introducendo anche per essi il sistema previdenziale dei normali pensionati», ha detto il premier.
 


Taglio pensioni d'oro. «Le cosiddette pensioni d'oro sono un esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati», ha continuato il presidente del Consiglio.

Bisogni dei cittadini. «Se vogliamo restituire all'azione di governo un più ampio orizzonte di senso, dobbiamo mostrarci capaci di alzare lo sguardo, sforzandoci di perseguire i bisogni reali dei cittadini in una prospettiva di medio-lungo periodo», ha affermato ancora il premier. «Diversamente la politica perde di vista il principio-responsabilità, che impone di agire - come il filosofo Jonas invitava a considerare - non solo guardando al bisogno immediato, che rischia di tramutarsi in mero tornaconto, ma progettando anche la società che vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti», ha aggiunto. 

«Presentarsi oggi nel segno del cambiamento non è scelta retorica o propagandistica ma» risponde alla «necessità di aprirsi al vento nuovo che soffia da tempo nel Paese e che ha prodotto una geografia del consenso politico completamente inedita», ha continuato Conte, sottolineando che «non esistono più forze politiche che come un tempo esprimono una visione del mondo» e quindi «che esprimono la loro azione in base a sistemi ideologici». «Il tramonto delle ideologie forti si è dimostrato nella difficile collocazione» dell'iniziativa politica dei governi passati «secondo categorie politiche tradizionali». 

Mercati. «Come è noto, i processi di integrazione dei mercati che si sono realizzati negli ultimi anni hanno operato una completa ridefinizione dei rapporti tra politica, diritto, economia. Nel nuovo spazio globale, l'economia o, meglio ancora, la finanza ha conquistato una posizione di preminenza: è divenuta, come ha osservato Hillman, la vera religione universale del nostro tempo», ha affermato il presidente del Consiglio.

«La politica, ma anche il diritto, hanno perso terreno. Abbiamo difficoltà a perseguire forti e coerenti azioni politiche, come pure a realizzare efficaci e armoniose discipline giuridiche. La politica, in particolare, stenta a governare processi sociali ed economici così complessi e integrati. Ma la risposta non è negare le difficoltà. Dobbiamo trovare il modo di rafforzare, all'interno delle strutture sovranazionali, i processi di legittimazione democratica, potenziando le istituzioni rappresentative della volontà dei popoli», ha aggiunto.

Reddito di cittadinanza. «È ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa», ha proseguito Conte. «L'obiettivo del Governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico», un beneficio «commisurato alla composizione del nucleo famigliare» e «condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo», ha continuato il premier. «Ci proponiamo, in una prima fase, di rafforzare i centri per l'impiego» per «sollecitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio».

«In questo tempo di crisi e difficoltà ci impegniamo a dare sostanza alla previsione contenuta nel primo articolo della nostra Costituzione, che fonda la Repubblica sul lavoro. Vogliamo costruire un nuovo patto sociale trasparente ed equo, fondato sulla solidarietà ma anche sull'impegno, consapevoli che solo con la partecipazione di tutti allo sviluppo del Paese potremo garantire un futuro di prosperità anche ai nostri figli», ha affermato il premier.

Conflitto di interessi. «Rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta, che l'agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa. Occorre rafforzare, inoltre, le garanzie e i presidi utili a prevenire l'insorgenza di potenziali conflitti di interesse», ha detto il premier. «Il conflitto di interessi - ha proseguito Conte - è un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale fin nelle sue radici, e impedisce che il suo sviluppo avvenga nel rispetto della legalità e secondo le regole della libera competizione. Soggetti che sono istituzionalmente investiti dell'obiettivo di perseguire interessi collettivi, e che dovrebbero improntare le loro iniziative a una logica imparziale, in realtà, vengono sovente sorpresi a perseguire il proprio tornaconto personale».

Prescrizione. «Riformeremo anche la prescrizione, che deve essere restituita alla sua funzione originaria, non più ridotta a mero espediente per sottrarsi al giusto processo», ha affermato il premier. «Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l'equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città», ha detto il premier.

«La certezza della pena è giustizialismo? Non mi soffermo su questo tema perché è una delle parti del contratto più articolate e corpose», ha poi aggiunto Conte nella replica in Aula al Senato. «C'è stata qualche preoccupazione sulla prescrizione ma bisogna dosare gli equilibri: nessuno ha detto che la prescrizione in sé non sia legittima ma bisogna dosare bene gli equilibri».

Mafia. Standing ovation per Conte in aula al Senato quando il premier annuncia di voler combattere le mafie e aggredirne il patrimonio. La maggioranza si è alzata in piedi e ha lungamente applaudito il presidente del Consiglio, mentre dai banchi M5S si levava il grido «fuori la mafia dallo Stato».

Sacko Soumaila. «Non siamo e non saremo mai razzisti», ha detto il presidente del Consiglio che poi ha citato il migrante ucciso a fucilate sabato sera a San Calogero (Vibo Valentia). «Non siamo affatto insensibili. Una riflessione merita la vicenda tragica e inquietante occorsa qualche giorno or sono. Sacko Soumaila è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità. A lui e ai suoi familiari va il nostro commosso pensiero. Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo», ha detto Conte. Parole a cui l'aula del Senato ha reagito con una standing ovation unanime di maggioranza e opposizione. Tutti i senatori, nessuno escluso, si sono levati in piedi per applaudire. È stata l'unica standing ovation unanime della giornata. 

Ricercatori. «Le nostre scuole e università sono in grado di formare eccellenze assolute in tutti i settori, ma purtroppo non siamo in grado di mantenerli nel nostro paese, con un deficit che è insieme culturale ed economico. Vogliamo invertire la rotta, offrire ai migliori dei nostri ricercatori - come pure ai ricercatori stranieri, nei confronti dei quali dobbiamo essere attrattivi - concrete possibilità di proseguire le proprie attività nel nostro Paese, così formando altri scienziati ed insieme trasferendo il frutto dei loro lavoro nel nostro tessuto economico e produttivo», ha affermato il premier. 

Sanità. «Il documento di economia e finanza, credo che sia a voi noto, è stato già deliberato prevede una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo Governo invertire questa tendenza per garantire la necessaria equità nell'accesso alle cure», ha affermato il premier. «Le differenze socioeconomiche non possono, non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i cittadini del nostro Paese», ha aggiunto. 

Internet. «L'accesso a Internet va assicurato a tutti i cittadini in quanto diritto fondamentale e precondizione dell'effettivo esercizio dei diritti democratici, ai sensi del secondo comma dell'art. 3 Cost. Occorre però assicurare un
elevato livello di protezione dei dati personali, in quanto sussiste un circolo virtuoso tra tutela dei diritti, uso della rete, inclusione sociale e crescita economica», ha detto Conte. «La società del domani sarà sempre più caratterizzata da Internet: uno spazio pubblico infinito che facilita la produzione e l'accesso alla conoscenza, crea opportunità di innovazione, riduce la distanza tra i cittadini e i luoghi della democrazia e aumenta la trasparenza dei processi decisionali. Siamo però consapevoli che la direzione verso cui questo progresso tecnologico si sviluppa non è neutra. Dobbiamo rafforzare alcune garanzie, giuridiche e istituzionali, in modo da consentire la definitiva affermazione della cittadinanza digitale».

Pa. «Il rilancio della nostra economia passa attraverso lo spirito di iniziativa e le qualità di tanti piccoli imprenditori, professionisti, commercianti artigiani» e «ci proponiamo di creare per loro un contesto favorevole, operando in modo che la pubblica amministrazione non sia un avversario da cui difendersi, ma un alleato con cui cooperare», ha sottolineato Conte. Il governo cercherà di «favorire le imprese che innovano, che assumono nuovo personale, che rispettano le regole della libera competizione» e di «promuovere le imprese che adottano prassi socialmente responsabili, che improntano le loro iniziative economiche al principio di precauzione, in modo da prevenire l'impatto negativo sull'ambiente e da assicurare un ambiente idoneo a tutelare i diritti dei lavoratori». Andrà poi rivista «integralmente la tradizionale legge fallimentare, abbandonando una logica meramente sanzionatoria».

L'opposizione. «Saremo disponibili anche a valutare, in corso d'opera, l'apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e, se del caso, aderire successivamente al contratto di governo, offrendo un apporto più stabile alla realizzazione del nostro programma», ha detto il presidente del Consiglio. 

Parti sociali. «Questo Governo si propone di recuperare in forme nuove e più efficaci il dialogo sociale con le varie associazioni rappresentative dei lavoratori e delle imprese. Dovremmo ridefinire, sulla base dei criteri oggettivi, il principio di rappresentatività, in piena trasparenza. Per questa via otterremo che tutti siano invitati, ciascuno in base alle proprie sensibilità e competenze, a ridare un nuovo slancio alle proprie iniziative, nella consapevolezza che il loro impegno e le loro proposte, se ispirate all'interesse generale del Paese e delle varie comunità anche locali, saranno apprezzate e tenute in considerazione», ha detto il presidente del Consiglio.

Opere pubbliche. «Dobbiamo assicurare il rigoroso rispetto dei tempi di consegna delle opere ma anche la qualità dei lavori e delle forniture e l'efficienza dei servizi», ha affermato ancora il premier.

Terremotati. «Un pensiero per i terremotati, la mia prima uscita pubblica sarà per loro», ha detto Conte al termine del suo discorso programmatico.

Una standing ovation della maggioranza ha segnato la fine delle dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio. Sono tornati a rullare i piedi e si è urlato più volte «bravo». I ministri si sono congratulati con Conte. Immobili i senatori dell'opposizione. 
 


Emozionato. «Sono ottimista, emozionato certo. È un momento importante, per me ma lo è più in generale per il Paese», aveva detto il presidente del Consiglio arrivando al Senato per il discorso sulla fiducia.

 

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA