Oggi chi scrive Sardegna legge "equilibrio".
Ed è quindi proprio la vicepresidente del partito che fu di Beppe Grillo che, ad una manciata di giorni dall'apertura delle urne di domenica alle 6.30, infiamma la corsa elettorale per provare a rosicchiare ai meloniani quei 2-3 punti percentuali che virtualmente garantirebbero a Truzzu la vittoria sfondando la soglia del 40%.
Elezioni regionali, in Sardegna il test (europeo) di Meloni e Schlein
Il palco
Todde insomma, ci prova. E lo fa ispirandosi a chi, nel 2023, è riuscito a frenare l'ascesa del centrodestra: Giacomo Possamai. La candidata sarda sposa infatti la ricetta del sindaco dem che lo scorso anno conquistò Vicenza in una tornata dominata da FdI, Lega e Forza Italia. Come? Provando a lasciare fuori dall'isola - almeno in questi ultimi giorni di campagna elettorale - l'idea che il centrosinistra sardo sia un laboratorio delle ambizioni di Schlein e Conte a livello nazionale. «La partita è dei sardi» spiega seguendo l'esempio vicentino e rispedendo al mittente le disponibilità dei due leader ad un comizio in comune.Anche perché a sfogliare l'album delle foto, non è che le passerelle congiunte abbiano portato granché fortuna al "campo largo". Se lo scatto di Vasto del 2011 con Antonio Di Pietro, Nichi Vendola e Pier Luigi Bersani fu quasi una pietra tombale sui sogni di arginare Silvio Berlusconi, quello di Narni del 2019 con Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio, Conte e Roberto Speranza regalò per la prima volta l'Umbria al centrodestra. Senza scordare il tavolino di lamiera del bar Otter a Campobasso, scenografico centro di gravità del trio Schlein-Conte-Fratoianni, oltre che simbolo della sconfitta dello scorso anno del candidato alle Regionali in Molise Roberto Gravina.
Spettri che evidentemente non attanagliano Truzzu, ben felice di ospitare domani Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani tra i padiglioni della fiera di Cagliari per una chiusura di campagna elettorale che, questa sì, ha valenza nazionale. Al netto degli immancabili selfie infatti, il backstage difficilmente non sarà dominato dalle ombre che si allungano tra gli alleati sul terzo mandato. Per di più con la cornice del malumore leghista che cresce per lo scarso impegno in campagna elettorale da parte di Fratelli d'Italia. Una visione tutt'altro che peregrina. Tant'è che anche a via della Scrofa qualcuno inizia a pensare che «Forse abbiamo dato troppe cose per scontato» dando il là ad un'ipotetica strategia leghista. Il furore salviniano nel battere palmo a palmo l'isola, nasconderebbe la volontà di strappare un risultato «degno» (l'asticella è fissata all'8%) più che in caso di vittoria, in caso di sconfitta di Truzzu. L'obiettivo? Addossare a FdI la débâcle e riaprire la partita in Basilicata, dove intanto ieri è stato annunciato il voto per il 20 e 21 aprile.