Sicurezza, dall'asilo ai rimpatri le misure del decreto Salvini

Mercoledì 7 Novembre 2018
Sicurezza, dall'asilo ai rimpatri le misure del decreto Salvini
Un provvedimento-bandiera che impone una stretta in particolare sul diritto d'asilo per i migranti. È il 
decreto sicurezza votato oggi con la fiducia al Senato e che passa ora alla Camera per il via libera definitivo. Si va dall'abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari (sostituito da permessi speciali temporanei, prolungati per motivi sanitari) all'allungamento da 3 a 6 mesi del trattenimento nei Centri per i rimpatri; dalla possibilità di trattenere gli stranieri da espellere anche in strutture della pubblica sicurezza, in caso di indisponibilità dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), alla possibilità di revocare la cittadinanza italiana per terrorismo.

VIDEOSORVEGLIANZA E SGOMBERI
Nel maxiemendamento che ha sostituito il testo ci sono novità tra l'altro sulla videosorveglianza, gli sgomberi degli immobili occupati abusivamente, il Fondo per la sicurezza urbana, l'utilizzo dei droni. Il procuratore antimafia userà la polizia penitenziarie per raccogliere informazioni nelle carceri. Ma il fulcro é sui richiedenti asilo: per quelli che compiono gravi reati é prevista la sospensione dell'esame della domanda di protezione ed é possibile l'obbligo di lasciare il territorio nazionale. In caso di condanna in primo grado è previsto che il questore ne dia tempestiva comunicazione alla Commissione territoriale competente, «che provvede nell'immediatezza all'audizione dell'interessato e adotta contestuale decisione».

STRETTA SULL'ACCOGLIENZA
Il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dallo Sprar (Sistema protezione e richiedenti asilo e rifugiati). Questi ultimi, la cosiddetta accoglienza diffusa nei Comuni, sono ridimensionati. I richiedenti asilo troveranno invece accoglienza nei Cara. Ci sono poi tutta una serie di altre misure, dal taser (la pistola elettrica) anche ai vigili urbani alla stretta sui noleggi di auto e furgoni per evitare che vengano usati dai jihadisti contro la folla, come avvenuto a Nizza, Londra e Berlino. Inoltre un Daspo urbano più severo. Si stanziano quasi 360 milioni fino al 2025 per «contingenti e straordinarie esigenze» di Polizia e Vigili del Fuoco «per l'acquisto e potenziamento dei sistemi informativi per il contrasto del terrorismo internazionale», compreso il rafforzamento dei nuclei Nbcr (nucleare, biologico, chimico e radiologico).

I FINANZIAMENTI
Dei 360 milioni, 267 sono per la pubblica sicurezza e 92 per i pompieri. I Comuni con più di 100 mila abitanti potranno dotare 2 poliziotti municipali di taser in via sperimentale per un periodo di sei mesi. I poliziotti locali, inoltre, se «addetti ai servizi di polizia stradale» e «in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza» possono accedere al Centro elaborazione dati (Ced) delle forze di polizia.

DASPO URBANO
Il decreto amplia le zone dove può scattare il Daspo urbano, includendo i «presidi sanitari» le zone di particolare interessere turistico, le «aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati pubblici spettacoli». Previsto anche il Daspo per coloro che sono indiziati per reati di terrorismo e una stretta sulle occupazioni. I blocchi stradali tornano ad essere sanzionati penalmente e non più in via amministrativa. E ancora, l'utilizzo del braccialetto elettronico sarà possibile anche nei confronti degli imputati dei reati di maltrattamento in famiglia e stalking. Infine il potenziamento dell'Agenzia per i beni confiscati. Il provvedimento estende di ulteriori 70 unità la pianta organica ed individua le aziende confiscate «di rilevante interesse socio-economico» che necessitano di supporto per il proseguimento dell'attività.
Ultimo aggiornamento: 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA