Veterano del Concertone, con 12 partecipazioni in tutto, da solo o con i suoi Litfiba, Piero Pelù ha portato quest’anno sul palco di Piazza di San Giovanni una speciale dedica.
Il rocker toscano durante il suo passaggio si è sbottonato la giacca di pelle mostrando la t-shirt sotto: c’era stampato il volto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una cresta stile punk. “Mattarella è rock: esorcizza tutto il male e ci unisce”, ha urlato Pelù. Che poco prima aveva detto: “Ci sono 7milioni di precari in Italia, 3 milioni di ragazzi che hanno abbandonato gli studi: che futuro vogliamo dare al nostro paese? Voglio mandare un saluto all’ex Ilva di Taranto, a Portovesme in Sardegna e a tutti quelli che sono stati licenziati con un semplice fax. La cosa sembra lontana ma riguarda in realtà tutti noi. La Costituzione dice che il lavoro è un diritto che viene tutelato. Vorremmo che nella Costituzione comparissero anche queste due parole: sicurezza e lavoro. Abbiamo un grande garante della costizione e ci sta simpatico. A lui dedichiamo la prossima canzone”. Pelù ha poi suonato “El Diablo”, tra i pezzi più rappresentantivi dei Litfiba.
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Prima della dedica a Mattarella, Piero Pelù aveva condiviso il palco con Alborosie, vero nome Alberto D’Ascola, star del reggae made in Italy che da anni vive in Giamaica. Insieme a lui Pelù ha appena pubblicato il singolo “Musica libera”: “Non vogliamo diventare migranti, non vogliamo diventare cervelli in fuga”, ha detto il già frontman dei Litfiba. Parte dell’intervento di Piero Pelù è stato però tagliato: mentre il rocker stava parlando alla folla, Rai3 ha mandato la pubblicità.