Marco Bocci: «Ho perso la memoria ma non mi vergogno. Laura Chiatti e l'uomo poco sexy? Parole strumentalizzate»

Parla l’attore, alla seconda prova da regista con il film “La caccia”, in sala domani. «Porto al cinema il passato oscuro di una famiglia»

Mercoledì 10 Maggio 2023 di Gloria Satta
Marco Bocci: «Ho perso la memoria ma non mi vergogno. Laura Chiatti e l'uomo poco sexy? Parole strumentalizzate»

Quattro fratelli, uno più irrisolto dell'altro, che non si frequentano ma tornano a riunirsi dopo la morte del padre-padrone. Atmosfere noir mescolate alla favola, tensione continua e un finale a tinte fortissime consumato nei boschi: con La caccia, in sala da domani dopo l'anteprima al Riviera International Film Festival, Marco Bocci torna alla regia dopo il felice esordio avvenuto nel 2019 con A Tor Bella Monaca non piove mai. In questa opera seconda l'attore 44enne, che giorni fa alle Iene aveva rivelato di aver perso parte della memoria, dirige per la prima volta sua moglie Laura Chiatti (ha il ruolo di una ex tossica) con Filippo Nigro, Paolo Pierobon, Pietro Sermonti.
Come le è venuta in mente una storia così drammatica?
«L'idea del film è nata proprio dalla mia esperienza personale, da quell'encefalite che qualche anno fa mi aveva privato dei ricordi. Mentre i medici e le persone care facevano di tutto per aiutarmi a recuperarli, ho immaginato la storia di 4 persone che compiono il percorso inverso, cioè provano a dimenticare un passato troppo doloroso».
Ma ora come sta? Ha ritrovato la memoria?
«Non interamente, molte cose non le ricordo più. Ma me ne sono fatto una ragione. All'inizio è stato difficile, poi ho recuperato la parola e ho cercato di trasformare quella mia difficoltà in un punto di forza. Mi sono salvato tornando indipendente e riprendendo a lavorare».
Chi glielo ha fatto fare di rivelare la sua disavventura?
«Innanzitutto la mia schiettezza: non ho nulla di cui vergognarmi.

Ma volevo anche far sapere che il mio problema avesse rappresentato lo spunto creativo da cui è nato il film. Non è stata quindi una rivelazione gratuita».

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La famiglia "nerissima" del film somiglia alla sua?
«Nemmeno un po'! Io sono vissuto e continuo e vivere nell'armonia mentre i protagonisti del film hanno avuto un'infanzia faticosissima con un padre ultra-severo che li ha educati a diventare leader prevalendo sui più deboli. La caccia è una metafora della società».
Com'è stato dirigere sua moglie?
«Un'esperienza naturale. Sapevo che fosse brava, ma non immaginavo la sua generosità e la sua voglia di rischiare abbandonando i territori per lei più sicuri».
Si aspettava il putiferio scatenato dalle dichiarazioni di Laura che ha detto di trovare «poco sexy» il maschio impegnato nei mestieri di casa?
«Le sue parole sono state strumentalizzate. Un rischio che si corre ogni momento nell'era dei social. Per fare notizia si gonfia tutto, andando oltre la ragionevolezza».
Vuol dire che in casa lei non è un sultano servito e riverito da sua moglie?
«Ma quando mai. Ci dividiamo i compiti come tutte le coppie».

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Che padre è per i vostri figli Enea, 8 anni, e Pablo di 7?
«Molto presente e sempre pronto a giocare. A volte sono più bambino di loro».
È contento della sua carriera?
«Sì, mi ritengo molto fortunato. In quest'ultimo film, poi, ho avuto la libertà totale dai produttori. E siccome sono iperattivo, ho mille progetti in testa. Per ora ho girato la nuova serie Sky Unwanted, poi si vedrà».

 


Il suo valore è sempre stato riconosciuto?
«Non mi è stato regalato nulla. Ogni film, ogni successo me lo sono duramente sudato».
Vivere nella campagna umbra e non frequentare i "giri" che contano può averla penalizzata?
«Non lo so. Di sicuro tengo alla mia libertà. E sono orgoglioso di aver sempre vissuto senza compromessi».
 

Ultimo aggiornamento: 09:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA