Vida, una storia lunga 24 anni

Venerdì 20 Ottobre 2017
Vida, una storia lunga 24 anni
IL CASO
VENEZIA Corsi e ricorsi della storia. Alzi la mano chi ricorda che la Vida di campo San Giacomo da l'Orio stava per essere acquistata dal Comune con l'intento di farne uno spazio di aggregazione e l'affare saltò a causa di un'occupazione abusiva?
Rileggendo i titoli e gli articoli di inizio 1993 sembra di essere ai giorni d'oggi. Così titolava il Gazzettino il 3 gennaio 1993: «Macché locale tipico! La Vida deve diventare spazio sociale. A dirlo non erano però gli occupanti, ma l'allora presidente del Consiglio di Quartiere 2, Giampaolo Sergio Gasperini, oggi capogruppo fucsia in Municipalità. La sua e quella del Quartiere fu una presa di posizione forte, tanto da far cambiare idea all'allora assessore al Patrimonio Renato Chisso che aveva pensato di far tornare l'ex magazzino della Regione alla funzione originaria di osteria-trattoria. La delibera d'acquisto per 450 milioni di lire fu approvata dal Consiglio Comunale il 9 novembre 1992, sindaco Ugo Bergamo.
Oggi Gasperini, riferendosi all'occupazione in corso da parte di tre associazioni e di residenti della zona con lo scopo di riempire i locali con attività utili e sociali, si sente in dovere di cantare fuori dal coro.
«Nel 1993 - dice - aveva un significato fare una ludoteca. All'epoca la città era carente di spazi sociali, soprattutto per giovani e bambini ed era già ricca di ristoranti. La sede del Quartiere, che era nell'ex casa del Boia era inadeguata anche per l'istituzione, figuriamoci se aveva spazi da concedere a genitori o associazioni. La Vida serviva allo scopo e mi battei ferocemente per questo».
Poi, la giunta Bergamo cadde e arrivò il commissario il quale, svolgendo ordinaria amministrazione, lasciò al futuro sindaco il compito di perfezionare l'acquisto.
«In quel momento di stasi - ricorda Gasperini - l'Arci Gay occupò abusivamente i locali, appoggiata dai partiti di sinistra per farne la propria sede. La Regione fece così sfumare la vendita. Ora la situazione è cambiata di molto, dal 1993 al 2014 ci sono state giunte di centrosinistra che hanno puntato molto sulle politiche sociali e hanno creato molti spazi di aggregazione. Adesso la città è ricca di spazi di aggregazione e per i bambini e pertanto trovo un po' strumentale la richiesta di esercitare la prelazione da parte di un ente pubblico o indurre il nuovo proprietario a donare la Vida alla città».
Il Comune, dal canto suo, sta puntando alla razionalizzazione delle sue sedi e un acquisto di un locale al pianterreno di quel tipo non rientra nei suoi programmi, come hanno fatto già sapere alcuni componenti dell'amministrazione.
«Ora - conclude - vedo che nell'ultima riunione della Municipalità le stesse forze che avevano appoggiato l'occupazione che vanificò l'acquisto da parte del Comune proponevano un ordine del giorno per proporre l'acquisto della Vida da parte del Comune. Un assurdo storico».
M.F.
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