Un'attrice italiana di 38 anni accusa Harvey Weinstein

Sabato 21 Ottobre 2017
IL CASO
Dopo Asia Argento, un'altra italiana accusa Harvey Weinstein di abusi sessuali. E la denuncia della donna, una modella e attrice 38enne, tre figli, decisa per ora a rimanere anonima, pesa come un macigno: il produttore l'avrebbe stuprata a Los Angeles nel 2013, al termine del festival Italia, Film Art and Fashion Festival, nella sua stanza d'albergo a Beverly Hills. «Ha bussato alla porta non invitato, ho chiarito che non avrei fatto sesso con lui ma mi ha presa per i capelli, trascinata in bagno e violentata», ha dichiarato la donna alla Polizia di Los Angeles che ha aperto un'inchiesta.
Scortata dall'avvocato David Ring, la signora ha poi dettagliato il suo racconto dell'orrore al Los Angeles Times: «Al momento dell'aggressione sono scoppiata a piangere e ho mostrato a Weinstein la foto dei miei figli e di mia madre, all'epoca sotto chemioterapia. Ma Harvey non ha voluto sentire ragioni e il giorno dopo lo stupro, come se niente fosse, mi ha invitata a una festa. Ovviamente non ci sono andata». La vittima spiega di aver denunciato il predatore di Hollywood spinta dalla figlia che le aveva confidato di avere un fidanzato violento. «Per consolarla, le ho raccontato la mia disavventura e lei mi ha incoraggiata a uscire allo scoperto».
VILLA A LUGANO
Quest'ultimo caso aggrava ulteriormente la posizione di Weinstein accusato da decine di donne, cacciato dalla propria azienda, mollato dalla moglie, spogliato di riconoscimenti: dopo l'Academy, lo hanno espulso il British Film Institute, la Television Academy mentre la Harvard University gli ha ritirato un'onorificenza. Il produttore, chiuso in un rehab dell'Arizona per disintossicarsi dal sesso, pensa al futuro: convinto che riprenderà a fare cinema, in attesa che passi la bufera intende starsene lontano da Hollywood e ha affittato una super-villa (oltre 400mila euro per sei mesi) in Svizzera, sulle colline di Lugano. Ma il rischio che finisca in galera, per i casi accertati di violenza sessuale, è sempre più concreto.
Anche l'attrice premio Oscar Lupita N'Yongo si aggiunge al coro delle star molestate: ha raccontato di aver subito avances da Weinstein e di avergli concesso un massaggio per uscire da una situazione difficile. «Ho deciso di parlare per mettere fine alla congiura del silenzio», ha spiegato la protagonista di 12 anni schiavo, «comportamenti come questi non devono avere una seconda possibilità».
MEA CULPA
Finalmente ha parlato anche Quentin Tarantino, che a Weinstein deve il successo. È un mea culpa, il suo: «Sapevo abbastanza per fare più di quello che ho fatto», ha ammesso il regista di Pulp Fiction. «Avevo informazioni di prima mano: la mia fidanzata Mira Sorvino mi raccontò di aver subito molestie da parte di Harvey». Eppure Quentin ha continuato a girare film con il produttore. Se ne pente: «Ho minimizzato i fatti e qualunque cosa dica oggi suonerebbe come una scusa schifosa», dice. «Non bisogna avere paura. Quello che prima era accettabile è ora indifendibile da parte di chiunque abbia una coscienza».
Il caso Weinstein fa scuola: in Francia la scrittrice Henda Ayari ha accusato di molestie il discusso studioso Tariq Ramadan e un'ex assistente parlamentare ha denunciato per lo stesso motivo il deputato di En Marche Christophe Arend.
Gloria Satta
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