Tutto il pop di Warhol tra le Dolomiti

Venerdì 7 Dicembre 2018
Tutto il pop di Warhol tra le Dolomiti
L'ESPOSIZIONE
I colori, le figure, il brio delle opere di Andy Warhol sono da oggi in mostra nel museo d'arte moderna Mario Rimoldi, a Cortina. Con 140 opere si racconta il percorso del maestro della Pop Art sin dal suo debutto negli anni Cinquanta, giovane grafico della commercial art e illustratore per prestigiose riviste quali Harper's Bazar e New Yorker. Si fa poi notare da riviste di moda tra le più importanti, per un'ascesa molto rapida. In quegli anni inizia a lavorare per la raffinata maison di gioielli Tiffany, prima vetrinista, poi pubblicitario. Nelle sale di questa Andy Warhol Superstar si trovano tutte le figure iconiche, da una coloratissima Liz del 1964, alle immancabili Marilyn, di diverse dimensioni e di epoche successive: ce ne sono tre, una del 1967, una del 1970 e una del 1981. C'è la serie Ladies and Gentlemen del 1975; la serigrafia Brillo Box; le zuppe Campbell's e la Coca Cola, oggetti che tutti conoscono, che tutti si possono permettere, popolari per definizione, che lui trasforma in opere d'arte.
ATTRICI E POLITICI
Ci sono due Mao del 1972 e del 1974, con i quali Warhol inaugura una nuova pittura meno neutrale e più gestuale. C'è Mick Jagger, donato e dedicato da Andy Warhol all'attrice italiana Dalila Di Lazzaro. C'è la storia della sua evoluzione negli anni Settanta, quando dipinge le fotografie della Polaroid, a bloccare i divi Sylvester Stallone, Liza Minnelli, Caroline di Monaco. Eugenio Falcioni, ideatore e organizzatore della mostra, assieme a Iole Siena di Artemisia, riassume: «Qui c'è tutto Andy Warhol, nelle varie fasi della sua produzione su carta, per trent'anni dice il collezionista - questa esposizione ha dei contenuti scientifici unici, per studiare questo autore, a cominciare dagli anni Cinquanta sino alla sua morte, avvenuta nel 1987. Resta comunque una mostra divertente, in linea con quanto diceva Warhol, quando sosteneva che l'arte deve essere popolare e riproducibile. È un artista che piace, attrae tutti, è riuscito a raggiungere un pubblico vasto. Confidiamo di riuscirci anche noi, con questa mostra: è una scommessa che ho fatto, per noi è un investimento impegnativo su Cortina».
ARTISTA SIMBOLO
Warhol fu l'artista simbolo di una New York edonista e scatenata, che diventò punto di riferimento di grandi attori e attrici, rock star, stilisti e politici. La mostra ripercorre il suo cammino professionale, con opere di ogni periodo, comprende persino i dipinti dei francobolli, come S&H Green Stamps del 1965; ci sono cinque grandi Cow dal 1966 al 1978. Sulle pareti si legge il percorso che portò Warhol a editare la rivista di culto Interview nel 1969, per poi realizzare diversi film, come regista, sino a teorizzare i suoi celebri quindici minuti di celebrità per tutti.
TRA I MONTI
Sulla decisione di portare la mostra sulle Dolomiti, Falcioni aggiunge: «Con Cortina ho un legame di famiglia e di amicizia consolidata, ma questo non fa che aggiungersi allo stretto rapporto che intercorre storicamente fra Roma e Cortina e che noi intendiamo riproporre. In questo periodo, nella capitale abbiamo una mostra attiva all'Altare della Patria, per cui abbiamo pensato di salire qui sulle Dolomiti nella capitale invernale d'Italia. Tanto più per la notorietà che avvolge Cortina in questi mesi, in questi anni, fra l'organizzazione dei Mondiali di sci alpino 2021 e la candidatura alle Olimpiadi invernali 2026». Nelle sale dell'antico palazzotto nel cuore del paese ci sono molte opere che vedono la figura femminile protagonista: «Warhol era molto attento alla donna, l'ha sempre protetta ricorda Falcioni - egli amava la madre; le sue vicende personali lo portano in altra direzione, ma la donna rimane comunque una figura in primo piano; abbiamo pensato di dedicare la mostra anche a questo aspetto, proprio in questo periodo in cui ci si interroga su quanto accade sulle violenze di genere».
INSIEME ALLE REGOLE
La Ciasa de ra Regoles, nel cuore di Cortina, torna dunque ad accogliere una mostra di notevole spessore, anche in questo inverno 2019, come accaduto negli anni passati: «Noi vorremmo riuscire a dare risalto a quanto fanno le Regole d'Ampezzo per l'arte dichiara Falcioni - vorremmo contribuire a promuovere questo museo intitolato al collezionista Mario Rimoldi, che riunisce opere incredibili del Novecento italiano. E' una collezione da valorizzare, almeno nel panorama italiano, ma anche internazionale». Per tutto l'inverno la mostra andrà ad affiancare la galleria d'arte moderna che propone centinaia di opere dei maggiori maestri italiani della prima metà del Novecento, da Guttuso a De Pisis, da Carrà a Vedova, da Sironi a Savinio, da Casorati a Music.
Marco Dibona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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