«Tranquilli, è solo una cimice»

Martedì 23 Ottobre 2018
«Tranquilli, è solo una cimice»
IL CASO
Il filmato della casa invasa dalle cimici orientali in Friuli ha lasciato a bocca aperta gli scienziati di mezzo mondo. Mai vista una cosa del genere, più simile ad una pellicola horror che ad un'invasione di fastidiosissimi (ma innocui per l'uomo) insetti che succhiano la linfa delle piante, con una predilezione per la soia e gli alberi da frutto. Se gli agricoltori di Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, quelli friulani, emiliani e romagnoli assieme ai torinesi hanno lanciato l'allarme e parlano di centinaia di milioni di danni alle loro aziende gli scienziati guardano alla cimice cinese (Halyomorpha halys) come ad uno dei tanti sistemi ai quali bisognerà prestare tantissima attenzione. Sì, perché la cimice marrone era già stata avvistata a guastare/danneggiare pesche e mele negli Usa e poi da noi. L'esserino dalla cannuccia devastante se entra in casa non punge gli umani ma quella di questi giorni è un'invasione ambientale che supera le emergenze già provate tempo con altre cimici. Difese? Quelle naturali con l'aglio e qualche modesto antiparassitario, o le reti per i frutteti. Cosa stia accadendo al nostri sistema dove gli insetti spesso affliggono umani e piante lo spiega Alessandro Minelli, biologo e zoologo trevigiano che per decenni ha insegnato dell'università di Padova.
Prima la cimice della soia, adesso questa: invincibili?
«La cimice verde, così abbondante alcuni anni fa; era arrivata da tempo (la sua patria è forse l'Etiopia), ma si moltiplicò moltissimo con il diffondersi dalle colture di soia. Ma era una cimice differente da questa, che ora sta attaccando molte piante diverse».
Impossibile prevedere quando e dove arriveranno i nuovi insetti aggressori?
«Sì. Alcuni insetti viaggiano per i continenti, seguono le piante che succhiano o le granaglie che divorano. Quando arrivano sono alieni e non trovano quasi antagonisti. Per la cimice orientale un avversario c'è, si tratta dell'«Ooencyrtus telenomicida», un piccolissimo imenottero che si sviluppa, come parassita, all'interno, distruggendole completamente. Ma per ora i risultati sono modesti».
Le vedremo per tanti anni?
«Impossibile fare previsioni, dipende dal clima, soffrono s
e troppo caldo o se troppo freddo. Ma quando come in questo caso per espandersi e quasi non hanno nemici naturali c'è un boom ecologico. Comunque il fenomeno della cimice della soia si è ridotto».
Quando entrano in casa questi insetti orientali
«Lo fanno per ripararsi dal freddo. Ma non mangiano le nostre cose né attaccano le persone; anche se alla fine degli anni 90 c'è stata un'altra invasione della cimice Leptoglossus (lingua sottile, la cimice dei pini); più piccola veniva dal Nord America. Questa entrando in casa pungeva qualche volta gli umani, comunque senza provocare altro che fastidio».
Non dica che dobbiamo consolarci con queste cimici che non pungono ma fanno solo ribrezzo a molti.
«Preciso: non esiste la cimice, esistono molte specie di cimici, spesso i mezzi d'informazione le confondono. La cimice della soia e la cimice asiatica sono della grande famiglia dei pentatomidi, con le antenne fatte di cinque segmenti»
Cimici, acari, insetti o altro: è giusto avere disagio e anche paura?
«Capisco che se la gente non sa se dove o come si riproducono si possa chiedere: domani quante ne avrò? Ma queste non sono come gli scarafaggi che mangiano i nostri avanzi e si riproducono in casa».
Dopo le cimici marron con occhi a mandorla che ci aspetta?
«Non lo so ma la crescita di scambi e trasporti di merci è esponenziale. A San Martino di Lupari, nel padovano, una segheria specializzata accoglie tronchi di 10 metri dal Nordamerica. Li tratta per evitare che si moltiplichino i parassiti e muffe e ne fa tavole che vanno in Cina per essere lavorate. Se ci sono questi giri del mondo nei legni, gli insetti alieni possono essere ovunque».
Però sembriamo ogni volta più fragili
«Sì perché si cerca sempre più di standardizzare ogni cosa. A metà dell'Ottocento un fungo parassita colpì le patate irlandesi e l'isola vide una fame spaventosa. Se le piante sono tutte uguali basta una muffa o un funghetto per distruggerle; dobbiamo puntare sulla diversità. La cimice poi è metafora di modernità. È un test di modernità».
Che idea si è fatta dell'umano che combatte contro i parassiti?
«Fanno parte dell'ordine naturale; sarebbe un mondo artificiale quello senza i parassiti. Non porteremo mai a zero alcune presenze; dovremmo trovare equilibrio. La natura non è fatta di sì o no, è fatta di equilibrio. La scuola dovrebbe dare elementi base di storia naturale. Far conoscere almeno le vecchie cose che un contadini sapeva bene. Vivremo tutti meglio».
Altri esempio di invasione animale?
«I gatti hanno fatto sparire 33 specie di uccelli che vivevano solo su una o poche isole sperdute nell'oceano; 14 eliminate dai ratti, nove da manguste. I maiali avrebbero la colpa dell'estinzione, verso la fine del XVII secolo, del dodo di Mauritius, grosso uccello imparentato con i colombi, ma incapace di volare».
In Italia?
«Cento anni fa, la presenza nei fiumi o nei laghi della penisola di pesci originari di altre parti del mondo era limitata alla carpa e al carassio dorato, originari dell'Europa orientale e dell'Asia e introdotti già da qualche secolo, e a due pesci americani il persico trota e il persico sole. Attorno alla metà del 900, nell'Adda venne introdotto il gigantesco siluro: un vorace abitante del bacino danubiano, capace di superare il quintale e mezzo di peso. Ha cambiato la fisionomia dei fiumi italiani».
L'ultima parola sulla cimice.
«Per fare un passo avanti, dobbiamo capire che ogni specie fa storia a sé. Non è come l'umanità, che al di là delle differenze fra un individuo e l'altro è una sola specie (e lo stesso vale per tutti i cani o per tutti i gatti). Con l'arrivo della cimice bruna non si è riaperta la vicenda delle cimici verdi della soia, ma ne è cominciata un'altra. Come ne è cominciata un'altra, non meno seria, quando alle diverse specie nostrane di zanzare si è aggiunta l'aggressiva tigre venuta da una regione imprecisata dall'Oriente».
Adriano Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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