Tra le due guerre con i vestiti di Chiara Boni e il libro di Sofia Gnoli sulla moda dell'epoca

Venerdì 16 Novembre 2018
LA COLLEZIONE
Con l'ultima collezione, dedicata al 2019, Chiara Boni punta l'obbiettivo su uno dei periodi più intensi per la storia della moda del Novecento, quell'arco di anni che corre tra gli anni Trenta, gli anni della moda ruggente uscita rabbiosa e insolente dalla crisi del '29 che aveva messo in ginocchio il mondo e la fine della seconda guerra mondiale che nella storia dell'abbigliamento diventa uno dei momenti più interessanti per l'universo tessile, costretto per fronteggiare le sanzioni e la conseguente mancanza di materie prime ad inventare tessuti e materiali nuovi che verranno prodotti con erbe, fiori, piante da giardino. Escono dalle pagine di quella storia le nuove petites robes che gratificano una silhouette celebrata con immagini di dive, le prime dive del cinema, a cominciare da Greta Garbo per finire con Isa Miranda o Alida Valli. Gli abitini di Ore 9, lezione di chimica, vita stretta, gonne fasciate, sono tradotti dalla Boni sante in abiti h 24 che l'estro della stilista rende attualissimi, obbligandoci a ripercorrere tempi lontani, in quei decenni tra due guerre quando la moda esigeva dalla donna una bellezza non omologata: più che essere belle le donne volevano diventare un tipo: valorizzare un difetto ad esempio era indice di carattere: gli occhi un po' sporgenti alla Bette Davis, le labbra- canotto della Crawford, un occhio leggermente disuguale dall'altro alla Joan Fontaine, l'aria da casalinga invitante di Carla Del Poggio).
IL LIBRO
Collezione intelligente e diversa questa che trova esempi anche nelle proposte di Eleventy o nelle maglie comode di Antonelli: un look che ci porta indietro sulla suggestione di un libro interessante di Sofia Gnoli dal titolo provocatorio: L'eleganza fascista (Carocci Editore Sfera) - premiato nella scorsa estate anche al Festival dei Sassi di Matera - dedicato allo studio di quel periodo della moda, quando con i primi vagiti del nuovo Regime saltellano le frange charleston su gonnelle che scoprono impudentemente le ginocchia.
Una moda che - spiega la Gnoli, proponendo una documentazione interessante ed esaustiva si adegua a nuove impostazioni che la donna incontra nello svolgere un'attività tanto diversa da quella che connotava fino allora il mondo femminile.
Donne che lavorano fuori casa (uscite dall'esperienza della prima guerra mondiale che aveva visto il mondo femminile occupare i posti lasciati vuoti dagli uomini in guerra), donne libere di frequentare luoghi di divertimento anche senza essere accompagnate, donne che fumano con i lunghi bocchini cesellati o realizzati in materiali preziosi, donne che appunto possono permettersi di accorciare le gonne o indossare fourreaux fascianti un corpo reso così visibile.
Luciana Boccardi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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