SPINEA
È destinato a finire in una bolla di sapone il processo nel quale

Mercoledì 16 Gennaio 2019
SPINEA
È destinato a finire in una bolla di sapone il processo nel quale risultano parti offese numerose persone, le quali hanno denunciato che i soldi da loro versati per rinnovare le rispettive polizze assicurative furono a loro avviso indebitamente sottratti, invece che versati alla compagnia assicuratrice per pagare i premi.
Flavio Santoro, l'agente assicurativo di Spinea finito sotto accusa per il reato di appropriazione indebita, è infatti deceduto lo scorso mese di maggio, in provincia di Treviso, annegato nel sifone di una conduttura idrica, all'età di 55 anni, dopo essere scivolato mentre si occupava della lettura di un contatore dell'acqua. E dunque la morte del reo impedisce la prosecuzione del procedimento penale.
LA POSIZIONE DELLA MOGLIE
Assieme a Santoro è imputata anche la moglie, Roberta Trevisan, 47 anni, di Verona, ma lo stesso rappresentante della pubblica accusa ha concluso la requisitoria chiedendo la sua assoluzione per la maggior parte degli episodi finiti sotto accusa, in quanto dal dibattimento è emerso che non ha avuto alcuna responsabilità nella sparizione di quelle somme. Il pubblico ministero ha chiesto la sua condanna a quattro mesi di reclusione per un solo episodio. La sentenza è prevista per il prossimo 29 gennaio.
Gli episodi finiti sotto processo risalgono al periodo compreso tra il 2010 e il 2011. Secondo l'accusa, in quel lasso di tempo Flavio Santoro si appropriò di circa cinquantaseimila euro. A lui e alla moglie, difesi dagli avvocati Matteo Giacomazzi e Alessandro Borra, la Procura contestava di aver abusato del ruolo di sub-agenti per la compagnia assicurativa Axa spa, appropriandosi delle somme che i clienti versavano a titolo di premio e trattenendole, invece di girarle alla compagnia per garantire ai clienti la copertura assicurativa.
In precedenza Santoro era finito sotto accusa con l'ipotesi di truffa in relazione ad alcuni episodi relativi al 2010 e 2011; episodi che avrebbero avuto come vittime presunte una settantina di persone, per un ammontare complessivo di oltre 35mila euro. Tra le parti offese figuravano anche due agenzie di assicurazioni, le quali avevano denunciato di aver ricevuto in pagamento di una serie di polizze, assegni relativi a conti correnti già estinti.
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