«Solo un miracolo può salvarla»

Domenica 5 Novembre 2017
«Solo un miracolo può salvarla»
FIESSO D'ARTICO
«Dicono che dietro a questi occhi non ci sia più niente, ogni ricordo, ogni azione, le corse in riva al mare, tutto dimenticato. Tuttavia hai fatto vedere come si sopravvive su un filo per tre mesi: nonostante si fosse rotto più volte, hai trovato il modo per non precipitare mai. Non porterai a casa dei bei voti da scuola - diciamoci pure la verità, non ti piaceva un granché andarci. Ma tu continua se puoi, continua: saremo sempre fieri di avere una figlia come te».
«TI VOGLIO BENE»
Così scrive sul suo sito facebook Umberto Trevisan, 41 anni, padre di Carlotta, la bambina di nove anni di Fiesso d'Artico, che da tre mesi sta lottando tra la vita e la morte in un letto della clinica nefrologica pediatrica dell'ospedale di Padova. Nell'immagine di copertina del social c'è anche una foto di Carlotta in ospedale, con un tubicino che le esce dal naso. E' sofferente ma ancora cosciente. Dopo quella foto, scattata dal padre, purtroppo, la piccola è entrata in coma e non ha più riaperto i suoi bellissimi occhi verdi e marroni. «Due mesi fa chiudevi i tuoi occhi, sentendo per l'ultima volta la tua voce resa debole dal dolore continua Umberto - Non so come e quando potrò riaverti e rivederti com'eri. Ti voglio bene e attenderò anche una vita aspettando il tuo risveglio.
QUADRO DRAMMATICO
Secondo i medici, però, solo un miracolo potrebbe salvare Carlotta. Il batterio maligno escherichia coli ha intaccato gravemente prima i reni e poi altri organi, oltre ad avere provocato un grave danno cerebrale. Le attività vitali minime sono tenute in funzione dai macchinari. I reni, in particolare, hanno perso ogni loro funzione e, pure se tutto andasse per il verso giusto, Carlotta avrebbe bisogno al più presto di un trapianto. I genitori della bimba stanno ricevendo messaggi di solidarietà da ogni dove. Pur essendo perfettamente a conoscenza che le speranze di sopravvivenza della figlia sono assai flebili, non smettono di lottare.
Nell'ultimo anno scolastico Carlotta ha frequentato la terza elementare alla scuola Giotto di Dolo. Vive a Fiesso d'Artico con la mamma Novella, responsabile dell'asilo per l'infanzia Bertoncello di Paluello di Stra, e il papà Umberto, originario di Oriago di Mira, dove con la famiglia è impegnato nel settore dell'arredamento per interni. La coppia ha un altro figlio. Nella seconda metà di luglio, Carlotta era andata una settimana in vacanza con il campo-scuola, organizzato dalla parrocchia di Fiesso, a Laggio di Cadore, in provincia di Belluno. Carlotta è sempre stata bene. Con gli altri bambini del gruppo, assieme agli animatori della parrocchia e ad alcuni genitori, ha partecipato ai giochi, alle animazioni programmate, nonché alle escursioni tra le montagne e i pascoli della zona. La villeggiatura, iniziata sabato 22 luglio, si è conclusa sabato 29.
IL CALVARIO
«Il giorno successivo Carlotta ha incominciato ad avere problemi intestinali - dice il papà Umberto - Il lunedì ho deciso di portarla al Pronto soccorso dell'ospedale di Dolo, dove le è stata diagnosticata una gastroenterite. Il giorno successivo Carlotta è peggiorata e l'abbiamo nuovamente riportata al Pronto soccorso di Dolo. E' stata ricoverata, ma poiché la situazione peggiorava ancora, è stata trasferita all'ospedale di Padova. Dopo una ulteriore notte al Pronto soccorso padovano, la situazione è degenerata. Carlotta ha perso lucidità ed è caduta in uno specie di delirio. La risonanza magnetica ha evidenziato una Seu (Sindrome uremico-emolitica) e danni cerebrali. Poi mia figlia è entrata in coma. Dialisi e plasmaferesi sono servite e servono a poco. Nel frattempo ha anche patito un arresto cardiaco e successivamente una polmonite».
Un quadro drammatico, ma Carlotta per il momento resiste. E un paese prega per lei.
Vittorino Compagno
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