Sissy, le ombre dei festini in carcere Il caso questa sera a Chi l'ha visto?

Mercoledì 16 Gennaio 2019
Sissy, le ombre dei festini in carcere Il caso questa sera a Chi l'ha visto?
IL CASO
VENEZIA Da un lato c'è la procura, che avanza sempre di più verso l'ipotesi di suicidio, dall'altra la famiglia e gli avvocati della difesa, che non vogliono sentir parlare di un atto volontario. In mezzo ci sono ancora tanti punti oscuri da chiarire. Il caso è quello di sul caso di Sissy trovato Mazza, l'agente di polizia penitenziaria morta dopo due anni di coma in seguito a uno sparo esploso nell'ascensore dell'ospedale civile. Tra le ombre più buie della sua vicenda, quella relativa ai presunti festini a base di droga all'interno del carcere tra agenti e detenute che Sissy avrebbe scoperto e denunciato. A raccontare ai microfoni di Chi l'ha visto? questo sconcertante scenario era stata un'ex detenuta: una situazione che risalirebbe a oltre quattro anni fa e che non avrebbero avuto alcuna conseguenza. Sempre la trasmissione di Rai 3, aveva riportato che Sissy, nei mesi precedenti al drammatico episodio del 1. novembre del 2016, avrebbe presentato dei rapporti su quei festini ai suoi superiori, senza ricavarne nulla, se non dei provvedimenti disciplinari. E le domande, qui, sono tante: ci sono davvero quei rapporti? Che fine hanno fatto? C'entrano qualcosa con la morte di Sissy? Al momento non è emerso nulla, e comunque la procura, che aveva chiesto l'archiviazione del caso, sembrerebbe non averne tenuto conto.
IL SINDACATO
«Noi non abbiamo mai avuto nessuna segnalazione al riguardo - dice Donato Capece del Sappe, il sindacato degli agenti di polizia penitenziaria - ma siamo felici che la procura stia approfondendo le indagini. Dobbiamo arrivare alla verità, è un dovere nei confronti della famiglia di Sissy e delle sue colleghe». Intanto, questa sera, Chi l'ha visto? torna a occuparsi del caso, in onda alle 21.20 su Rai tre. La trasmissione tornerà sui tanti dubbi che aleggiano intorno alla vicenda: dalle impronti mancanti sull'arma, al proiettile sparato alla nuca, fino appunto a riprendere le rivelazioni della testimonianza.
D.Tam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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