«Siamo comici a ritmo di jazz»

Sabato 12 Gennaio 2019
L'INTERVISTA
Uno spettacolo nuovo che ha il sapore del ritorno. E da vecchi amici Massimo Lopez e Tullio Solenghi riportano sul palcoscenico la verve ironica che ha sempre contraddistinto il lavoro del Trio prima (con Anna Marchesini) e dei singoli artisti poi. Il loro Show in cartellone oggi e domani al Teatro Goldoni di Venezia (www.teatrostabiledelveneto.it) è una scoppiettante carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni ed interazioni col pubblico. Tra i vari cammei più attesi, l'incontro tra papa Bergoglio (Lopez) e papa Ratzinger (Solenghi) in un esilarante siparietto di vita domestica, e poi i duetti musicali di Gino Paoli e Ornella Vanoni, e quello recente di Dean Martin e Frank Sinatra.
Massimo Lopez perché avete voluto questo ritorno?
«La scintilla del ritorno sul palco è scoccata a Tale e Quale Show. Carlo Conti ci vide esordire con un'altra accoppiata, quella di Simon e Garfunkel, e da nostro fan espresse il desiderio di volerci rivedere di nuovo in scena insieme. Da lì è partito tutto, anche se l'idea di tornare a lavorare in coppia ronzava già nelle nostre teste. In fin dei conti abitiamo nello stesso condominio e la frequentazione e l'amicizia non si sono mai interrotte».
Quanto c'è del vostro passato in questo spettacolo?
«È uno spettacolo nuovo, quindi non c'è un revival dei materiali del Trio. È indubbio però che risulti ancora evidente il marchio di fabbrica, quel nostro modo di portare la comicità sulla scena. È uno stile che ci appartiene e che ci è sempre appartenuto. Anche perché non c'è mai stata una vera separazione in seno al Trio, non facevamo più cose assieme, ma l'amicizia innanzitutto e anche le collaborazioni sono rimaste in vita tra noi e, fino all'ultimo, anche con Anna».
E come è costruito lo show?
«Ne è così scaturito un racconto scenico senza un apparente filo conduttore, un po' a scatole cinesi, dove una semplice frase o una singola intonazione possono agevolare la scena successiva. Ci sono molti spunti nuovi, pur con il nostro marchio di fabbrica».
Qual è la cosa più nuova?
«Probabilmente il vero elemento nuovo è la musica dal vivo (con la Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio, ndr). Tullio e io, assieme, non ci siamo mai confrontati con la musica dal vivo in scena prima di Tale e Quale Show e forse per questo la scintilla è scoccata da Carlo Conti».
Quanto portate con voi dei vostri trascorsi televisivi?
«Tutte le esperienze fanno parte di quello che facciamo. A partire dalle esperienze teatrali che tutti e tre avevamo prima del Trio, i classici li abbiamo frequentati molto e questo ha contribuito a farci crescere».
Un esempio?
«I Promessi Sposi televisivi sono un frutto di quel passato nella prosa».
È uno show di intrattenimento?
«Il divertimento è predominante, ma non mancano momenti di profonda emozione, come quello in cui ricordiamo Anna e l'applauso che scaturisce ogni sera sembra non finire. Anche per noi rappresenta un momento magico in cui riannodiamo le fila della nostra identità. Quei dodici anni insieme hanno scolpito un po' di ognuno di noi negli altri due, è per questo che salendo sul palco ogni sera avvertiamo la meravigliosa sensazione di portare una parte di Anna con noi».
C'è ancora empatia con il pubblico? E quanto è cambiato in teatro e in Tv?
«La Tv non è più quell'iperuranio che tutti volevano raggiungere per esser famosi, ora ci sono i social e la fama si misura in Like e follower. Il nostro pubblico a teatro ci offre grande complicità e affetto, ma anche i giovani - che pure si aspettano tempi comici sempre più veloci - ci danno grandi soddisfazioni quando vengono a passare una serata con noi. Talvolta rimangono sospesi. Certamente noi non lavoriamo sul mordi e fuggi, sulle battute... la comicità è un ingrediente, ma deve avere della sostanza intorno».
C'è nostalgia in questo show?
«Direi piuttosto che c'è una grande passione che resiste. Quello che portiamo in scena piace prima di tutto a noi, ci diverte farlo. Poi sentire che il pubblico ti segue e i teatri sono esauriti dà soddisfazione»
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Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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