Si svelano le chiesette del Vaticano

Venerdì 25 Maggio 2018
L'EVENTO
Il grande giorno del Padiglione Vaticano è arrivato. Oggi, alle 18, le dieci cappelle realizzate nel bosco dell'isola di San Giorgio, nel parco della Fondazione Cini saranno finalmente svelate al grande pubblico. Nel tardo pomeriggio sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, taglierà simbolicamente il nastro dell'inaugurazione consentendo a tutti di visitare The Vatican Chapels, i tempietti che, immersi nel verde, consentiranno a tutti un proprio viaggio nella spiritualità. Il curatore del Padiglione è l'architetto Francesco Dal Co.
ZINTEK E GODSELL
Per l'occasione, al di là dei progetti realizzati da dieci professionisti, giova rilevare anche l'impegno delle aziende che, con le loro maestranze e i loro materiali, hanno consentito che il Padiglione vaticano prendesse forma. E tra queste imprese alcune hanno solide radici venete e hanno il loro quartier generale nella nostra regione. Basti pensare alla ditta Zintek srl che ha visto valorizzata la propria attività imprenditoriale con la partecipazione al progetto dell'architetto australiano Sean Godsell che ha realizzato una torre con i lati che si aprono rilevando un altare e che vista da diversa angolazione consente di leggere una croce. «Come realtà profondamente radicata nel territorio - sottolinea l'amministratore unico di Zintek srl, Gianni Schiavon - siamo stati onorati di partecipare ad un progetto così importante e siamo orgogliosi di dire che i risultati sono stati all'altezza della situazione». Per l'occasione la Zintek srl ha anche stampato una brochure per raccontare il progetto. Anche altre aziende come Saint Gobain e anche Moretti Costruzioni spa di Erbusco (Bs) hanno voluto sottolineare il loro impegno per il Padiglione della Santa Sede. Infine la casa editrice Electa presenterà oggi Vatican Chapels, un volume che racconterà nel dettaglio l'intero progetto
BARATTA E LE CURATRICI
«Questa è la mia settima biennale di architettura, altrettanti capitoli di una catena di una stessa storia. Esordisce in questo modo il presidente Paolo Baratta, ieri, alla conferenza stampa di presentazione della mostra. Con una precisazione. «Nelle prime quattro edizioni siamo stati un po' distratti a causa della spettacolarità imposta dagli archistar. Ora abbiamo capito come l'organizzazione dello spazio, anche solo a livello di progetto, nasce da un atto di generosità che alimenta il nostro desiderio senza il quale saremmo tutti più poveri. Il concetto di abitare include quello del benessere e della sicurezza personale e, allo stesso tempo, ci rende partecipi di una comunità e ci rende orgogliosi come cittadini. Che hanno ciascuno il diritto di avere una casa da inserire all'interno dello spazio libero, free space, titolo della manifestazione». Sono poi intervenute le due curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara. «Ci rendiamo conto che abitiamo in un mondo fragile per il quale occorre una grande responsabilità. In questo momento ci sentiamo dei contadini nell'ora del raccolto». Precisando, poi, che il tempo dell'architettura è a spirale, con continui ritorni e che la nozione di spazio varia a seconda delle culture».
(ha collaborato
Lidia Panzeri)
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