Secondo singolo per il bellunese The Leading Guy

Giovedì 22 Marzo 2018
IL CANTAUTORE
Tre anni fa i cani abbaiavano, ora, all'orizzonte, si intravede un'isola della speranza. Qualcuno potrebbe dire che The Leading Guy è diventato grande, ma farebbe un torto a chi The Leading Guy è sempre stato, anche se scentrato rispetto ai riflettori. Simone Zampieri, che qualche mese fa avevamo intercettato sul Molo Audace di Trieste arpionato da un marchio internazionale conquistato dalla sua Times, poco meno di una settimana fa ha lanciato il suo nuovo singolo, The Land of Hope. Un singolo che racconta qualcosa e annuncia qualcos'altro. Racconta un nuovo capitolo della vita musicale di The Leading Guy, così impiastricciata di vita di Simone, e annuncia che la terra della speranza è soltanto la prima di molti altri avvistamenti che a breve appariranno al suo orizzonte.
MUSICISTA BELLUNESE
Il nuovo capitolo del cantautore bellunese di nascita e triestino d'adozione ha dietro di sé un nome grosso, grossissimo, di quelli che fanno spalancare un sorriso (il suo) e - forse - tremare le gambe (sempre le sue): Sony Music. A tre anni da Memorandum, l'album di esordio pubblicato per Lady Lovely e trainato dalla chimicamente perfetta While the dogs are barking, Simone ha saputo conquistare orecchie e prospettive di uno dei colossi della musica. Che ha preso la sua musica e gli ha detto semplicemente andiamo. Dove si vedrà, ma nell'attesa, appena può, Simone un'idea sul dove riparare ce l'ha.
LA TERRA DELLA SPERANZA
«La terra della speranza è un posto sicuro, protetto, ideale - racconta - è nella mia mente, è un'isola, un luogo protetto rispetto alla vita di tutti i giorni. Il brano è un invito a trovarsi in un posto, insieme. Nasce veramente da un sogno o forse dal successivo risveglio in cui, dopo essermi ritrovato da solo in un'isola, mi sono chiesto quali siano le persone di cui davvero ho bisogno».
Una settimana appena su iTunes, Spotify, Apple Music e i risultati sono già eccellenti tanto da giungere tra le 15 canzoni più condivise. Poi, più avanti, l'album. Ma tranquilli che da ascoltare, nell'attesa, c'è davvero molto. Dai cori ai clap, dalla marimba a una melodia oliata che si infila istantaneamente tra gli ingranaggi della memoria. Musica che un giorno accenna(va) ai Mumford & Sons, un altro chiacchiera di un Charlie Winston o un Paolo Nutini, a un certo punto sembra impazzire tra suoni di battiata memoria, ma alla fine si fa semplicemente i fatti suoi allentando la tracolla della chitarra e lasciando entrare nel suo abbraccio molti altri.
Alessandro De Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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