Sarà bonificata la discarica di S. Elena

Sabato 16 Febbraio 2019
Sarà bonificata la discarica di S. Elena
SALZANO
«Questa - sospirava ieri Stefano Vecchiato, assessore al Bilancio del Comune di Salzano, mentre in una sala di palazzo Balbi ascoltava la relazione del progetto della Regione sulla bonifica della discarica di Sant'Elena - potrebbe essere la volta buona: per chiudere un buco nero sul territorio e per sollevare l'amministrazione da una sanzione che pesa non poco sulle nostre casse». La stima, del titolare della delega al Bilancio di Salzano, è di 400 mila euro all'anno che l'amministrazione deve pagare per la discarica di Sant'Elena di Robegano, considerata abusiva da una sentenza della Corte di Giustizia europea. A cambiare le carte in tavola sul destino di quella che fino al 1970 era una cava d'argilla, arriva adesso la Regione Veneto che ha stanziato 2,5 milioni di euro per la messa a norma del sito di stoccaggio rifiuti. «I lavori partiranno a inizio marzo e a fine anno sarà tutto concluso», annunciava ieri l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato.
IL PROGETTO
«Restituiremo a Salzano e alla sua comunità un terreno che era da anni inquinato - ripeteva Marcato - adesso abbiamo concordato gli obiettivi e l'operatività. I fondi ci sono attraverso la Legge Speciale per il Veneto. Qui come negli altri siti veneti». Il tutto grazie ad un progetto di delimitazione dei rifiuti industriali attraverso la realizzazione di un diaframma plastico (anche con l'impiego di un mix di cemento e bentonite) lungo il perimetro della discarica e poi fissato nell'argilla fino a una profondità di 7 metri. L'obiettivo, in questo caso, è quello di isolare la zona in cui sono stati versati i residui pericolosi. Una volta conclusa la prima fase, verso settembre si passerà al capping, cioè alla stesura di un manto di copertura in argilla sull'intera superficie dei lavori a cui seguirà la bonifica vera e propria grazie all'iniezione di sostanze ossidanti nel suolo per abbattere gli agenti contaminati che agiscono sulla falda e rendere così il terreno più salubre.
I PROTAGONISTI
Se la Regione farà da apripista attraverso la società Veneto Acque, la regia dell'intera operazione è nelle mani del commissario straordinario di governo per la bonifica, il generale dei carabinieri Giuseppe Vadalà. La messa a norma del sito è stata appaltata lo scorso 28 gennaio da Veneto Acque all'associazione di imprese composta dalla capogruppo Adriatica Strade costruzioni generali di Castelfranco Veneto (Tv) e dalla Cos.Idra di Padova. I lavori interesseranno circa 500 mila metri quadrati in cui - tra il 1979 e il 1985 - sono stati stoccati rifiuti tossici come il cloro-propano e il benzene che nel 2004 avevano portato al superamento della soglia di inquinanti nella falda, con le analisi chimiche che avevano dimostrato la presenza nel sottosuolo di arsenico, idrocarburi totali, benzene, cloruro di vinile e dicloropropano.
«Si tratta di rifiuti che arrivavano dalle lavorazioni di Porto Marghera - precisava ieri Francesco Trevisan di Veneto Acque - Ultimato l'intervento, i terreni potranno essere riutilizzati come pascolo senza alcun rischio. La falda, argillosa, è stata contaminata poco, proprio per la sua caratteristica di essere limosa per natura e quindi di frenare lo spostamento a valle delle sostanze inquinanti».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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