SAN DONÀ
«Si può fare accoglienza senza che vinca la paura».

Lunedì 16 Luglio 2018
SAN DONÀ «Si può fare accoglienza senza che vinca la paura».
SAN DONÀ
«Si può fare accoglienza senza che vinca la paura». È quanto spiegato dal sindaco Andrea Cereser mercoledì scorso alla festa in occasione della giornata mondiale del rifugiato che si è svolta al parco Benjamin. L'appuntamento, promosso dalle cooperative Villaggio globale di Mirano e Coges di Mestre, ha coinvolto i 38 migranti presenti ora nel Sandonatese. «Migranti, cooperative, volontari e pubblica amministrazione, associazioni e cittadini hanno la responsabilità di testimoniare questo aspetto importante - ha continuato Cereser - Abbiamo un po' gli occhi puntati addosso perché si fa fatica a capire come buona parte dell'Italia vada in una direzione e noi, invece, ne abbiamo percorso un'altra. Sono contento che possa continuare questa storia fatta di persone, non si tratta di una favola». La dimostrazione quella sottolineata da Cereser che il modello di accoglienza diffuso posto in essere a San Donà può funzionare. «Sia con gli assessori che finora si sono occupati di queste materie ha continuato il sindaco - sia con quelli che lo faranno nei prossimi anni ci impegneremo perché questo evento possa continuare e coinvolgere il maggior numero di persone, soprattutto bambini, alcuni dei quali già alla festa di oggi». Uno dei segni tangibili di questo modello di accoglienza è stato presentato al pubblico: la storia scritta dall'ivoriano Ibrahima Doukoure di 22 anni, giunto al secondo posto al concorso letterario Il mondo tra le dita indetto dalla fondazione San Giovanni Battista di Ragusa: una storia scritta in italiano assieme all'insegnante Chiara Tonetto. Il coordinatore di Villaggio globale Marco Zamarchi ha ricordato anche che «ci sono alcune aziende di San Donà, Noventa, Torre di Mosto e Venezia stanno ospitando alcuni ragazzi come tirocinanti». Quest'anno per la seconda edizione della festa oltre chi gestisce i migranti ha aderito all'appello dell'Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati aprendo le porte dei propri locali condividendo il loro operato e metodo di lavoro: dai corsi di italiano ai laboratorio di socializzazione del progetto Sprar, aperti alla cittadinanza.
D.Deb.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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