Quant'è difficile sopravvivere in un mondo sempre più grigio e monotono,

Venerdì 14 Dicembre 2018
Quant'è difficile sopravvivere in un mondo sempre più grigio e monotono, ostaggi di un matrimonio grigio e di figli altrettanto spenti che si consumano davanti allo smartphone o sognano la grande svolta arruolandosi nei marines. Per la maestra d'asilo Lisa Spinelli (Meggie Gyllenhaal) le lezioni di poesia condotte dall'insegnante Gael Garcia Bernal sono una carezza vitale. Anche se non molto dotata, Lisa sa riconoscere il talento. Così, quando si imbatte in Jimmy, alunno di 4 anni e mezzo straordinariamente dotato che cammina come in trance recitando versi di grande potenza, Lisa decide di proteggerlo dal mondo, anche a costo di andare contro tutto e tutti: il padre del piccolo che per lui sogna soltanto il far soldi, i propri figli che non capiscono, il marito che sembra sospeso in un limbo di affettuosa indifferenza. Quella di Lisa diventa una sorta di donchisciottesca crociata contro una società priva di poesia che non sa cosa farsene arte, bellezza e talento se non finalizzato al denaro. I piccoli Mozart possono anche nascere, ma nessuno, ormai, saprebbe ascoltarli o sostenerli.
Remake del film israeliano The Kindergarten Teacher di Nadav Lapid (2014), Lontano da qui è il personalissimo dramma di una donna di mezza età che ritrova amore per la vita nella voce di un bimbo baciato dal genio. E in un mondo freddo e disincantato che non sa più usare le parole per comunicare, Lisa rivendica il proprio ruolo di essere umano deciso a non farsi travolgere dall'apatia. Anche a costo di venir meno alla propria etica professionale. Ingabbiata in un sistema sociale che decide ciò che deve essere rilevante per gli altri, Lisa lotta con tutte le sue forze per proteggere il talento di un bambino destinato a venir spazzato via dal pragmatismo di oggi. L'italoamericana Sara Colangelo si muove con grazia ad altezza bambino, seguendo i passi di Lisa tra i piccoli addormentati e i suoi familiari altrettanto assopiti nella loro quotidianità senza linfa e poesia, smaniosa di nutrirsi di quella bellezza unica e irripetibile donata dai versi improvvisi del piccolo Jimmy. E lavorando sull'ossessione ambigua della maestra per il Mozart della poesia, Colangelo si inabissa delicatamente - proprio come nel finale al lago nel cuore tormentato di una donna che non vuole arrendersi al torpore, alla perdita dell'arte e della bellezza, anche se poi verrà delusa da tutti. E nello sguardo dolente della bravissima Maggie Gyllengall, sempre capace di scegliere ruoli irripetibili (dal magnifico The Deuce a The honorable woman), affiora la disillusione dell'età adulta che fa i conti con i sogni infranti, con le cose che avrebbe voluto di più dalla vita o forse da se stessa, e la disperazione davanti a una solitudine senza scampo.
Chiara Pavan
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