Porfido e Cristallo di Rocca nell'arte di Ira von Fürstenberg

Sabato 26 Maggio 2018
Porfido e Cristallo di Rocca nell'arte di Ira von Fürstenberg
Venire a Venezia è come tornare a casa per Ira von Fürstenberg che ora vive a Roma. Qui si è sposata, appena quindicenne, con il principe spagnolo Alfonso di Hohenlohe-Langenburg, e sempre qui, in una villa tra Mestre e Treviso, è vissuta la mamma Clara Agnelli, sorella di Gianni, e ancora abita il fratello Sebastiano. Quindi ieri era a suo agio nelle sale imperiali del Museo Correr dove ha esposto le sue creazioni artistiche nella mostra Objets uniques. Due stanze un tempo di Francesco d'Austria che bene si addicono ad accogliere le opere di una principessa nell'armonioso allestimento di Pier Luigi Pizzi, amico di Ira dagli anni Sessanta quando, bellissima, debuttò come attrice. Alta, elegante e di poche parole a 78 anni Ira von Fürstenberg conserva ancora i tratti di quel fascino che l'hanno fatta recitare con registi come Alberto Lattuada e Luciano Salce. «Il cinema è complicato, meglio dedicarsi a questa forma d'arte - sorride Ira che si concede con scarne parole - posso lavorare da sola con materiali che mi sono sempre piaciuti come il porfido e il cristallo di Rocca, che in qualche modo ricorda l'acqua di Venezia». Gli oggetti rossastri con ornamenti in bronzo dorato sono accolti nella prima sala e fanno un tutt'uno con l'ambientazione color porpora di specchi e lampadario. Mentre il bianco del cristallo è esposto nella seconda sala in perfetto abbinamento con i lampadari di vetro di Murano. Tutte le opere sono allestite in due piramidi che si innalzano in una tensione verticale. E sono eleganti porta candele, ciotole, contenitori, oggetti di designer che pescano a piene mani dal mondo della natura e degli animali. Quindi elefanti, coccodrilli, serpenti, ma anche budda e vanitas. Un insieme di drammaticità, fasto e ironia. «Creo questi oggetti da vent'anni, inizialmente lo facevo solo per gli amici - racconta Ira - il porfido è egiziano ma lo faccio lavorare in Italia, mentre il cristallo di Rocca è del Madagascar. Sono due materiali che adoro. Sono oggetti un po' barocchi, come i palazzi in cui sono vissuta che forse mi hanno influenzata». Senza dubbio opere raffinate e sofisticati che bene si abbinano a una tavola regale e a sale imperiali come quelle del Correr. Perché alla fine «le cose preziose sono quelle che fanno più piacere - sorride ironica Ira - e tutti gli oggetti inutili sono i più belli e divertenti». La mostra è aperta fino al 24 giugno.
Raffaella Ianuale
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