Orsoni: «Questa sentenza salva la Procura»

Sabato 24 Febbraio 2018
Orsoni: «Questa sentenza salva la Procura»
LA DIFESA
VENEZIA «La prescrizione ha salvato la Procura, non me».
Lo ha dichiarato ieri l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, dopo il deposito delle motivazioni della sentenza sullo scandalo Mose, nella quale il Tribunale di Venezia scrive che vi è prova del finanziamento in nero versato da Giovanni Mazzacurati in occasione delle elezioni del 2010, ma che è trascorso troppo tempo affinché possa essere ancora giudicato.
«PROCURA SALVATA»
Secondo Orsoni questa sentenza impedisce l'accertamento della verità e dunque della sua totale estraneità alle accuse: «Non mi consente di difendermi fino in fondo, lasciando una macchia... Io soldi non ne ho mai presi: evidentemente li ha presi qualcun altro, o forse se li è tenuti chi dice di avermeli consegnati».
Dopo gli arresti domiciliari, nel giugno del 2014, il legale veneziano aveva inizialmente concordato il patteggiamento con il pm Stefano Ancilotto, senza con ciò voler fare un'ammissione di colpevolezza, ma solo per chiudere la vicenda nel più breve tempo possibile. Poi cambiò idea e decise di andare a processo per dimostrare la sua innocenza.
In parte ci è riuscito, perché il Tribunale lo ha assolto in relazione ad uno dei due capi d'imputazione, quello relativo ad un contributo di 110 mila euro in bianco, ricevuto durante la campagna elettorale: «Era un'ipotesi assurda, non avrei neppure dovuto finire sotto processo: quel finanziamento arrivò da aziende private, per me era regolare, non potevo sapere che dietro ci fosse il Consorzio Venezia Nuova».
«NESSUN RISCONTRO»
Il Tribunale ha invece ritenuto provata l'accusa di aver ricevuto 250 mila euro in nero da Mazzacurati, attraverso il suo colleboratore Federico Sutto, e ha dichiarato l'intervenuta prescrizione per il troppo tempo trascorso dai fatti. Per poter continuare a difendersi fino in Cassazione, Orsoni avrebbe dovuto rinunciare alla prescrizione prima della sentenza, cosa che non ha fatto.
«Aspetto di leggere le motivazioni, che non ho ancora potuto vedere perché ci saranno rilasciate dalla cancelleria del Tribunale non prima di lunedì: poi decideremo il da farsi assieme ai miei legali - spiega l'ex sindaco di Venezia - Il racconto di Sutto è talmente riscontrato che non è stato in grado neppure di ricordare i giorni nei quali sarebbero avvenute le asserite consegne del denaro».
Orsoni chiude con un attacco all'inchiesta aperta a suo carico: «È stata messa in piedi per farmi fuori, perché davo fastidio a qualcuno. È palese. Da chi? Lo dirò al momento giusto».
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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