Non era cieco, ora rischia due anni

Martedì 19 Marzo 2019
CHIOGGIA
Rischia due anni di carcere il cinquantenne accusato di aver truffato l'Inps incassando la bellezza di 70mila euro come indennità di accompagnamento, tra il 2009 e il 2016.
Ieri, di fronte al tribunale monocratico di Venezia, il pubblico ministero Stefano Buccini ha tirato le fila dell'inchiesta che ha dato vita al processo nei confronti del chioggiotto. Secondo il rappresentante dell'accusa, il cinquantenne, pur essendo invalido civile al cento per cento dati i suoi problemi di vista, non rientrerebbe nella fascia di quelle persone che necessitano di un assegno (tra gli 8 e i 900 euro al mese) per garantirsi quanto di necessario per vivere.
L'inchiesta era nata da un controllo incrociato di dati dovuti ai richiami chiesti alla polizia giudiziaria per verificare la tutela della spesa pubblica. Così il nome del cinquantenne chioggiotto era finito nella lista dei casi da controllare, visto che l'Inps gli aveva concesso l'assegno.
Ma, stando almeno a quanto stabilito dalle indagini, il suo caso non necessitava dell'aiuto economico dello Stato in quanto l'uomo - nei cui confronti è prevista la sentenza tra una settimana, il 26 marzo - era comunque in grado di riconoscere le forme degli oggetti e non soltanto l'alternarsi di giorno e notte e distinguere le variazioni di luce di fronte a sé.
Le indagini infatti hanno dimostrato che l'uomo ora a processo, si muoveva senza bastone e camminava anche senza l'aiuto di un cane guida: particolari che hanno fatto sospettare gli inquirenti. L'inchiesta della procura ha poi chiarito che, nonostante la disabilità e l'invalidità civile, il cinquantenne non rientrava nella ristretta cerchia di chi è considerato totalmente cieco.
N. Mun.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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